CATANZARO. I protagonisti del calcioscommesse gestito da due gruppi criminali in Legapro e Lega Dilettanti temevano di essere controllati dalle forze dell’ordine. E’ quanto emerge da alcune intercettazioni eseguite a carico di alcuni degli indagati dalla Polizia, su disposizione della Dda di Catanzaro che coordina l’operazione “Dirty Soccer” sfociata nel fermo di 50 persone e all’emissione di avvisi di garanzia per altri 70. L’episodio ricostruito dagli inquirenti risale alla partita fra il Pro Patria e il Pavia, vinta nel gennaio scorso dagli ospiti per tre reti a due. La vigilia della gara truccata era stata guastata dall’irruzione dei Carabinieri in un albergo del Varesotto in cui soggiornavano alcuni dei complici. A dare l’allarme uno degli indagati, Massimiliano Carluccio, “socio occulto e dirigente di fatto del Pro Patria”. Il dato emerge da una telefonata a Raffaele Pietanza, uno degli “investitori” saliti dalla Puglia per la “combine” il quale riferisce di un controllo a opera degli uomini dell’Arma a suo carico e di altri complici, i cui documenti erano stati verificati perchè pregiudicati. Un controllo di routine che però mise sul chi va là l’organizzazione. Pietanza tentò di tranquillizzare l’interlocutore, parlandogli di “semoplici controlli a quelli che non sono registrati”. La voce si era comunque diffusa tra gli indagati e uno di loro, Alberto Scarnà, calabrese di Cosenza, telefonò al conterraneo Fabio Di Lauro, di Paola, informandolo dell’accaduto. Tra i due ci furono diversi contatti telefonici intercattati, dalle cui trascrizioni traspare tutta la loro agitazione. E’ Scarnà, come si evince dalle intercettazioni, a parlare dell’accaduto dicendo che un controllo del genere non era imputabile al puro caso: “quando vengono così e chiedono i documenti vedi che c’è qualcosa”. A essere controllati, come si evince dal rapporto della stazione dell’Arma riportata nell’ordinza di fermo, furono Raffaele Pietanza, Gimmi Annis, Marcello Sollazzo e Ala Timosenco, tutti riuniti in un albergo della provincia di Varese.