I giovani adulti potrebbero essere a più alto rischio di contrarre il Covid rispetto a quanto finora stimato. Lo indica una ricerca condotta da un team nella provincia canadese dell’Ontario cui ha partecipato l’università di Toronto, pubblicata su Annals of Internal Medicine. Le infezioni da Coronavirus nei più giovani, spiegano gli studiosi, non vengono per lo più rilevate e i ragazzi potrebbero essere veicoli di trasmissione per i meno giovani. “Quando le persone leggono i numeri della pandemia – spiega David Fisman dell’università di Toronto – qualche volta dimentichiamo che il numero di casi che registriamo dipende dal numero di test che facciamo. E la quantità di test è diversa tra le varie fasce di età”. Utilizzando il database di tutti i test e le diagnosi eseguite in Ontario tra marzo e dicembre 2020, Fisman ha sviluppato modelli statistici per valutare se le differenze nei tassi di infezione tra le varie fasce di età fossero condizionate dalla frequenza dei test. Con i suddetti modelli, il rischio di infezione è risultato essere più basso nei bambini sotto i 10 anni e negli adulti over 80, paragonato con la popolazione complessiva. I tassi più alti di rischio infezione sono stati registrati negli adolescenti e nei giovani adulti (20-49 anni), in particolare se maschi. “Quello che vediamo nella pandemia – sottolinea Fisman – è una punta di un iceberg molto più grande. E la maggior parte di quell’iceberg è composto da giovani”.