Era il 9 agosto del 1991, quando il Giudice Antonino Scopelliti, Procuratore Generale della Suprema Corte di Cassazione, pubblica accusa nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra, venne ucciso, grazie – secondo quanto stabilito dalle indagini – ad un accordo stipulato tra la ‘ndrangheta calabrese e ‘Cosa nostra’ siciliana. Sono passati trent’anni da quei tragici fatti che attendono ancora verità e giustizia sul ruolo e le responsabilità di mandanti ed ispiratori di quell’omicidio che sconvolse l’intero paese. La figlia del magistrato Rosanna, oggi assessore alla Pubblica Istruzione ed alla cultura del Comune di Reggio Calabria, ed a capo della “Fondazione” intitolata al padre, perpetua il suo ricordo con attività ed iniziative di formazione, promozione e informazione sulla cultura della legalità e conoscenza critica del fenomeno mafioso. In occasione del trentennale la Fondazione ha illustrato oggi il programma di eventi che si svilupperanno dal 5 al 9 agosto prossimi, tra la città dello Stretto e Campo Calabro, paese natale di Scopelliti. Accanto alla mostra fotografica “Radici nel futuro” a cura degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, incontri culturali, eventi enogastronomici, presentazioni di libri, e la consegna dei premi “Antonino Scopelliti”, tra Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Campo Calabro, dove il 9 agosto alle 17.45, davanti alla stele in località Piale si svolgerà la commemorazione istituzionale del magistrato di Cassazione. “Nonostante il grande lavoro, ringrazio i magistrati per quello che stanno facendo per il ricordo di mio padre, per garantire verità e giustizia anche al delitto Scopelliti, credo che il lavoro da fare sia ancora tanto – ha affermato Rosanna Scopelliti nel corso dell’incontro con i giornalisti -. Noi, oggi, abbiamo dato un tema importante alle giornate in memoria di mio padre: ‘Radici nel futuro'”. “Un calendario di eventi, non a caso, inserito nel programma dell’Estate reggina – ha sottolineato il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà – Il Giudice Antonino Scopelliti rientra pienamente nel Pantheon di quegli esempi dei calabresi di valore, di quei punti di riferimento che sono radici, appunto, sulle quali costruire il futuro”.