Beni per oltre 1,6 milioni di euro sono stati sequestrati all’ imprenditore romano Paolo Sipone, 56 anni, operante nell’ambito delle scommesse on line, damilitari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Dda. Il patrimonio sequestrato è costituto da beni aziendali, beni immobili e rapporti finanziari.
La figura di Sipone è emersa nell’ambito dell’operazione “Galassia” a conclusione della quale erano stati eseguiti provvedimenti restrittivi personali a carico di 20 persone, tra le quali lo stesso imprenditore, considerato tra gli ideatori e capo promotore di un complesso e remunerativo sistema criminale, connesso all’illecita commercializzazione di prodotti per la raccolta di scommesse on-line, attraverso importanti bookmakers esteri con sede in Austria e Malta, che, in rapporto con la ‘ndrangheta per il territorio calabrese (ma anche con Cosa nostra siciliana, con la Sacra corona unita pugliese e con la Camorra per le rispettive aree geografiche di interesse) da un lato consentiva alla criminalità organizzata di riciclare imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano essi stessi significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.
Beni per oltre 1,6 milioni di euro sono stati sequestrati all’ imprenditore romano Paolo Sipone, 56 anni, operante nell’ambito delle scommesse on line, damilitari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Dda. Il patrimonio sequestrato è costituto da beni aziendali, beni immobili e rapporti finanziari.
La figura di Sipone è emersa nell’ambito dell’operazione “Galassia” a conclusione della quale erano stati eseguiti provvedimenti restrittivi personali a carico di 20 persone, tra le quali lo stesso imprenditore, considerato tra gli ideatori e capo promotore di un complesso e remunerativo sistema criminale, connesso all’illecita commercializzazione di prodotti per la raccolta di scommesse on-line, attraverso importanti bookmakers esteri con sede in Austria e Malta, che, in rapporto con la ‘ndrangheta per il territorio calabrese (ma anche con Cosa nostra siciliana, con la Sacra corona unita pugliese e con la Camorra per le rispettive aree geografiche di interesse) da un lato consentiva alla criminalità organizzata di riciclare imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano essi stessi significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.