Qualcuno l’ha definita la più grande rapina mai avvenuta a danno dei meridionali. Stiamo parlando dei soldi del Recovery Fund che dovranno essere investiti al Sud per la ripresa economica dopo il disastro della causato dalla pandemia, che tra varianti e altro rischia di durare ancora. “Sul Pnrr si sta profilando esattamente lo scenario che avevamo immaginato: ovvero una beffa per il Sud. Ecco perché fin dalla prima ora insieme ad altri amministratori meridionali abbiamo costituito “Recovery Sud”, una rete finalizzata ad affermare il diritto di una parte del Paese a finalizzare i fondi del Recovery alle urgenze vere della nostra nazione, a partire appunto dalle fragilità dei nostri territori” dice a questo proposito il senatore di Iv Ernesto Magorno. “A ciò – prosegue – si aggiunga il mio voto contrario in Senato proprio per marcare una sostanziale presa di distanza da decisione che si consumavano a danno del Mezzogiorno. Oggi scopriamo che addirittura gli 82 miliardi iniziali non esistono. La cifra di fondi certi, infatti, sarebbe tra i 22 e i 35 miliardi. Un clamoroso passo indietro che compromette l’intero impianto del Pnnr”. Sull’esatto ammontare delle risorse nel Pnrr destinate al Meridione, il deputato Francesco Sapia (L’alternativa c’è) ha interrogato il presidente del Consiglio ed il ministro per il Sud. Il parlamentare, che alla Camera siede in commissione Sanità, spiega: «Se non fosse una faccenda tremendamente seria, da cui dipenderà il futuro dei cittadini meridionali per i prossimi decenni, parrebbe di assistere al gioco del lotto. Infatti, secondo il docente dell’Università di Bari Giancarlo Viesti, al Sud toccano appena 22 miliardi, mentre la ministra Mara Carfagna ha dichiarato che i miliardi per il Mezzogiorno ce ne sono 82, cifra che il sottosegretario Giancarlo Cancelleri ha addirittura arrotondato a 90 miliardi». «Questa differenza– incalza Sapia – è gravissima. Al riguardo condivido l’indignazione e le perplessità espressi dallo scrittore Pino Aprile, che ha denunciato il caso. Ricordo che secondo la Commissione europea i fondi stanziati devono essere impiegati per ridurre il divario di cittadinanza tra i cittadini meridionali rispetto a quelli del Centro-Nord. Uno dei pilastri del piano, secondo la Commissione europea, deve essere, infatti, la coesione sociale e territoriale».