Azzerare il gruppo dirigente della Lega in Calabria. Lo chiede, con una lettera al leader del partito, Matteo Salvini, un gruppo di militanti, con in testa l’ex vicesegretario regionale ed ex segretario provinciale di Cosenza Bernardo Spadafora.
“Caro Matteo – scrivono i firmatari – dopo una lunga e meditata riflessione è giunto il momento di rompere gli indugi; di inviarti un documento doverosamente critico rispetto a quella che riteniamo una “cattiva” ed errata pratica di gestione del partito. Ciò che è poco condivisibile – si sottolinea – è il fatto che nella nostra regione in sei anni si sono avvicendati tre commissari o segretari regionali, (in pratica ciò che dovrebbe essere eccezione, da noi diventa regola), fin qui, apparentemente, nulla da eccepire se tutta questa “mobilità commissariale” non portasse con sé una forte e nefasta destabilizzazione del partito nella sua declinazione territoriale. Di fatto i vari nuovi commissari, compreso l’ultimo, si trasformano – continua la lettera – convinti, forse anche in buona fede, di essere portatori di rinnovamento e cambiamento, in autentici “carnefici” e “macellai” della comunità militante, mettendo in discussione, in molti casi azzerandole, tutte le cariche territoriali mortificando e offendendo così uomini e donne che in tempi non sospetti hanno saputo tenere alta la bandiera, ci hanno messo la faccia in una realtà come la nostra dove pronunciare il solo nome della Lega ha rappresentato per gli stessi: incomprensioni, pregiudizi e, perché no, anche isolamento e inimicizie personali”. Chi scrive, continua la missiva, “rappresenta o ha rappresentato nel corso degli ultimi anni l’ossatura, la spina dorsale, la colonna portante, ma, soprattutto, L’anima, il cuore pulsante, della Lega in Calabria”.
Gente, si aggiunge, “che nello svolgere il proprio ruolo di dirigente ha cercato sempre di ostacolare, anche a rischio personale, infiltrazioni potenzialmente pericolose e degenerative, di erigere muri a personaggi cialtroneschi, clientelari, a corrotti e corruttori, a figure fortemente lesive del progetto di discontinuità e cambiamento che era, e doveva restare, nella motivazione prima della “discesa” al Sud della Lega a marchio Salvini. Non siamo degli sprovveduti o degli incorreggibili romantici, siamo consapevoli che il partito debba aprirsi a risorse fresche e a nuovi contributi, ma riteniamo che aprire in modo incondizionato e con scelte spesso azzardate ed estemporanee, alle nostre latitudini, è una sorta di terna a lotto e potrebbe rivelarsi controproducente. Non abbiamo bisogno di vecchi tromboni della politica calabrese, come anche di giovani nati vecchi, magari bravi solo a frequentare i salotti romani e a millantare ciò che non sono. In una sola parola, non abbiamo bisogno di “galoppini e lacchè” con l’aggravante di essere pure, magari, dei diffamatori seriali; soprattutto non abbiamo bisogno delle terze e quarte linee di Forza Italia e perché no, anche, di qualche “residuato bellico” di altri partiti. Il nostro progetto In Calabria, affinché possa attecchire, ha bisogno di speranza, e la speranza si alimenta con giovani e meno giovani, persone genuine, per bene, cariche di passione”.
I dissidenti chiedono, quindi, l’azzeramento di tutte le cariche, “a partire da quelle del nuovo direttivo regionale e di tutte le cariche territoriali poste in essere dallo stesso, in questi giorni, senza criteri selettivi e con molta estemporaneità, mortificando storicità, militanza e conoscenza, assegnando di fatto solo pennacchi anche ad alcuni personaggi che sui territori si dichiaravano solo poco tempo fa nemici giurati del nostro partito, di Salvini e dei leghisti calabresi e che pubblicamente sui social si trastullavano spalando fango e spargendo veleno sulla presenza in Calabria della Lega”.
All’azzeramento “dovrebbe fare seguito – secondo gli autori del documento – una convocazione in tempi utili, almeno due o tre mesi prima delle prossime elezioni regionali, di un congresso regionale straordinario, ovviamente supportato preventivamente dai vari congressi cittadini e poi provinciali, che veda finalmente coinvolta la base e tutta la comunità militante che è e deve rimanere l’anima propulsiva di un partito come La Lega a forte vocazione territoriale”.