REGGIO CALABRIA. Beni per un valore complessivo di 4,5 milioni di euro sono stati sequestrati, questa mattina, dalla Polizia di Stato a 11 persone a vario titolo legate alla cosca di ‘ndrangheta Bellocco di Rosarno. I provvedimenti emessi dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale reggino, su richiesta della Dda, interessano beni mobili e immobili, società con sede nelle province di Reggio Calabria, Bergamo e Mantova, polizze assicurative e conti correnti. L’operazione è stata denominata in codice “Medma”. L’operazione di oggi, secondo quanto reso noto, rappresenta la naturale evoluzione dell’operazione “Blue Call, condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria e coordinata dalla Dda reggina a conclusione della quale, nel novembre 2012, è stata emessa, dal GIP presso il Tribunale della citta ‘dello Stretto, un’ordinanza di custodia cautelare che ha coinvolto 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, detenzione di armi da fuoco, riciclaggio, rapine e intestazione fittizia di beni. In particolare, l’attività investigativa aveva dimostrato l’ operatività della cosca “Bellocco” non solo sul territorio calabrese, ma anche in Emilia Romagna e in Lombardia, con collegamenti anche fuori dal territorio nazionale e in particolare in in Svizzera. I provvedimenti odierni hanno interessato diversi beni riconducibili, tra gli altri, a Michele Bellocco, 65 anni, considerato boss reggente della cosca; Umberto Bellocco di 32 anni, secondo gli inquirenti figura emergente nel clan ; Maria Angela e Emanuela Bellocco, “messaggere” delle disposizioni impartite dai membri detenuti della cosca; Vincenzo e Francesco D’Agostino, entrambi indicati come esponenti di spicco del clan; Francesco Nercuri e Carlo Antonio Longo, uomini di fiducia di Umberto Bellocco. Le indagini avrebbero dimostrato che i destinatari del sequestro, in virtù della loro appartenenza al clan mafioso, erano riusciti, con il profitto derivante dalla gestione delle numerose attività illecite e avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza alla cosca, ad accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che reinvestivano nell’acquisto di società, aziende, beni immobili e altro, intestati, al fine di eludere la normativa antimafia, ai propri familiari o a soggetti terzi. Tra i beni sequestrati, una villa di pregio e 2 terreni, ubicati a Rosarno; una villa di pregio e 1 terreno, ubicati Monzambano (Mn); un appartamento e un immobile adibito ad autorimessa, ubicati ad Albano Sant’Alessandro (Bg); due imprese e i relativi patrimoni aziendali (“Omnia Calcestruzzi”, con sede a Rosarno, attiva nel settore della produzione e lavorazione di materiale inerte, e “New Orchidea”), con sede a Cologne (Bs), operante nel campo della ristorazione; un’autovettura e un motoveicolo; svariati conti correnti e polizze assicurative.