REGGIO CALABRIA. Quattordici provvedimenti di sorveglianza speciale di ps con obbligo di soggiorno nel comune di residenza sono stati notificati dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dal Servizio centrale investigazione criminalità organizzata ad altrettanti presunti esponenti di spicco della cosca Pesce di Rosarno, contestualmente al sequestro ed alla confisca di beni per 21 milioni di euro. Tra i destinatari del provvedimento figura anche Claudio Lucia, 50 anni, indicato dagli investigatori come il responsabile della cosca per gli investimenti in Lombardia e all’estero, nonché tesoriere e liquidatore delle spese legali per conto del gruppo Ferraro legato agli stessi Pesce. Lucia è attualmente detenuto dopo essere stato arrestato 10 marzo 2011 in Spagna dove si era rifugiato per sfuggire ad un provvedimento di cattura dovendo scontare una condanna a 17 anni e 10 mesi di reclusione. Su di lui si sono incentrate le attenzioni del Gico della finanza di Reggio Calabria vista la sua proiezione transnazionale. E proprio grazie a queste indagini, i finanzieri, grazie al coordinamento internazionale tra l’Autorità giudiziaria austriaca e la Dda locale Procura Distrettuale Antimafia hanno potuto sequestrare e confiscare una prestigiosa villa di oltre 300 metri quadrati situata nell’area residenziale del comprensorio di Baden nella bassa Austria. Si tratta, ha riferito la Guardia di finanza, di uno dei pochissimi casi a livello internazionale di applicazione da parte di una Autorità giudiziaria estera di una misura di prevenzione patrimoniale prevista dalla legislazione italiana. A dimostrazione delle enormi possibilità economiche e finanziarie del clan Pesce e del ruolo di “tesoriere della filiale lombarda” di Claudio Lucia, gli investigatori hanno accertato che l’uomo e la moglie avevano la disponibilità di varie carte di credito tra le quali la particolare “American express centurion”, conosciuta anche come “carta nera” o “black”, rilasciata solitamente a clienti particolarmente facoltosi e con disponibilità nell’ordine di milioni di euro. Infatti, nel corso delle indagini condotte in collaborazione con la polizia criminale austriaca di Molding, è emerso che Lucia, all’inizio del 2009, aveva acquistato in contanti la villa di Baden per un milione e di avere fatto lavori di ristrutturazione per 1,5 milioni pagandoli sempre in contanti.