COSENZA. Slitta al sette maggio la sentenza del processo per l’omicidio di Roberta Lanzino, la studentessa violentata ed uccisa a Torremezzo di Falconara Albanese il 26 luglio del 1988. Per l’omicidio della studentessa è imputato Franco Sansone. Stamane sono iniziate le arringhe difensive che proseguiranno anche il sei maggio prossimo, mentre il giorno successivo è prevista la camera di consiglio e la sentenza. Al termine della requisitoria il pubblico ministero della Procura di Paola ha chiesto l’assoluzione per Sansone per non aver commesso il fatto. Nelle scorse udienze, infatti, i carabinieri del Ris di Messina avevano presentato le conclusioni delle loro analisi sul dna estrapolato dal liquido seminale isolato dal terriccio che stava sotto il corpo della studentessa dalle quali è emerso che non c’è compatibilità con quello di Sansone. Il pm ha chiesto, invece, la condanna di Sansone alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Luigi Carbone – ritenuto anch’egli autore dell’omicidio della ragazza ma il cui dna non ha trovato corrispondenza con quello repertato – il cui cadavere non è mai stato trovato. Per lo stesso delitto è stato chiesto l’ergastolo anche per il padre di Sansone, Alfredo, mentre è stata chiesta l’assoluzione per il fratello Remo. All’inizio del processo l’accusa aveva sostenuto che Sansone e Carbone erano gli autori della violenza e dell’omicidio della Lanzino e che il primo aveva poi ucciso il secondo per evitare che potesse parlare. Successivamente, l’accusa ha sostenuto che i due erano legati in affari illeciti e che Carbone aveva cambiato atteggiamento verso Sansone mettendo in crisi il loro rapporto di fiducia.