“Per un’Italia più verde, innovativa e inclusiva”. Con questo leitmotiv Legambiente ha presentato un proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza sull’utilizzo delle risorse del Recovery Plan contenente 23 priorità di intervento, 63 progetti territoriali da finanziare e 5 riforme trasversali “necessarie – è spiegato – per accelerare la transizione ecologica e rendere la Penisola più moderna e sostenibile”. Nel dossier dell’associazione ambientalista sono indicati anche i progetti da finanziare per la Calabria a partire da ausili per l’economia circolare. “La Calabria – è scritto nel testo – deve dotarsi di impianti di compostaggio e digestione anaerobica per la produzione di compost di qualità e biometano e di impianti per il riciclo delle materie plastiche. Come nel resto del centro sud Italia, c’è una forte carenza impiantistica per l’avvio a riciclo della frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata. L’unico impianto per produrre biometano e compost di qualità è a Rende, mentre è fondamentale rendere autosufficienti tutte le province calabresi aumentando il riciclo da raccolta differenziata, riducendo il volume dei rifiuti in discarica o a termovalorizzazione, recuperando materia e producendo biometano. Depuratori a tutela del mare e del turismo: sono ancora tanti i comuni calabresi – fa sapere Legambiente – sprovvisti o con impianti non funzionanti sotto procedura di infrazione europea per cui l’Italia paga ingenti multe. Secondo il Commissario straordinario unico per la depurazione, sono 13 gli agglomerati urbani calabresi oggetto del contenzioso con l’Europa e 14 gli interventi da realizzare. La corretta depurazione dei reflui fognari garantirebbe un mare pulito con ricadute positive non solo sull’ambiente e la salute ma anche sul turismo e l’occupazione. Rischio idrogeologico: in Calabria questo è un problema cronico e diffuso in modo capillare, aggravato dalla crisi climatica con i rischi alluvionali e franosi che, con sempre maggiore frequenza, continuano a verificarsi nei centri abitati, causando perdite di vite umane. Una seria opera di prevenzione ha bisogno di una visione complessiva a scala di bacino e non di singoli interventi scollegati fra loro e inefficaci. Infrastrutture ferroviarie: si necessita di una rete di trasporto ferroviario regionale moderna per superare l’isolamento del territorio calabrese. Le priorità sono la linea di collegamento tra Gioia Tauro/Palmi e Cinquefrondi; la ferrovia Silana che collega la città di Cosenza a San Giovanni in Fiore; la tratta ferroviaria a binario che collega Taranto a Reggio Calabria che deve essere totalmente elettrificata e prevedere il potenziamento del servizio con nuovi collegamenti e treni moderni; il collegamento Ferroviario Lamezia Terme – Aeroporto Sant’Eufemia -Catanzaro Lido”. Per i progetti da evitare, secondo Legambiente, c’è il Ponte (o Tunnel ) sullo Stretto di Messina. “Si tratterebbe – è detto nel testo – di un’opera che, oltre ad essere costruita in zona ad alto rischio geotettonico e sismico e a compromettere ambienti marini, costieri ed umidi di eccezionale bellezza, impegnerebbe ingenti risorse economiche distraendole dalla priorità di rendere più moderna e civile la mobilità in Calabria”.