E’ un’orafa e commerciante di preziosi con attività a Paola (Cs), Emilia Natalina Gallo, 59 anni, originaria di Soveria Mannelli (Cz), la persona alla quale, stamane, militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza hanno notificato un decreto di sequestro, finalizzato alla confisca, di beni mobili e immobili, del valore di circa 2 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro, su proposta del Procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni che ha delegato alle Fiamme Gialle indagini sul tenore di vita, sulle disponibilità finanziarie e sul patrimonio della donna, a carico della quale risultano precedenti di polizia ed il cui tenore di vita, secondo gli inquirenti, appariva nettamente sproporzionato rispetto agli esigui redditi dichiarati.
Dalle indagini, secondo quanto riferito, sarebbe emerso che l’imprenditrice ed i familiari hanno tenuto, nel tempo, un elevato tenore di vita, testimoniato dalla residenza in una sontuosa villa con piscina (parte della quale adibita ad un lussuoso B&B), dai frequenti viaggi e crociere effettuate, dall’utilizzo di autoveicoli di prestigio ed indumenti firmati, da consistenti investimenti di natura finanziaria.
Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle sono quindi stati trasmessi al Procuratore della Repubblica di Paola, il quale ne ha condiviso gli esiti ed ha avanzato, al Tribunale di Catanzaro, la richiesta d’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, successivamente accolta dai giudici. Tra i beni sottoposti a sequestro, una lussuosa villa, abitazione principale e di proprietà della commerciante destinataria del provvedimento giudiziario, adibita anche a Bed & Breakfast, situata nella zona collinare e panoramica del comune di Paola (CS), dotata di 22 vani, ampio magazzino e piscina esterna con giardino. Gli inquirenti, nel corso degli accertamenti, hanno usato anche il software “Molecola”. Le indagini sono partite molti anni fa ed avrebbero consentito di appurare che nel 1997 la donna aveva pagato in contanti più di 200 milioni di lire.
“Non si tratta di un’operazione volta solo a contrastare l’evasione fiscale, perché il legislatore ha fatto in modo che si possano aggredire i beni che appaiono sproporzionati rispetto a quanto dichiarato, beni accumulati illecitamente, anche in periodo particolari come quelli relativi alla pandemia da Covid 19” ha detto Pierpaolo Bruni, procuratore capo di Paola, nel corso della conferenza stampa seguita all’operazione “Affari d’oro”, che ha colpito una imprenditrice del settore orafo.
“E’ importante ricostruire i patrimoni illeciti, è importante individuare chi potrà immettere denaro contante nel mercato, – ha detto Bruni – magari per acquisire i tanti altri esercizi commerciali che invece, in questo periodo, vanno in fallimento”.
“La configurazione di pericolosità sociale – ha poi ricordato il colonnello Danilo Nastasi, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza – non è basata solo su sentenza di condanna, ma anche su violazioni di natura amministrativa e consente l’utilizzo dei sequestri patrimoniali, se appare evidente la sperequazione tra i redditi dichiarati e il patrimonio”.