Il Consiglio dei ministri previsto per questo pomeriggio per continuare l’esame del Recovery Plan e della task force sull’attuazione dei progetti, è stato rinviato. Non ha portato alla fumata bianca la lunga riunione del pre-consiglio sul decreto ad hoc per la governance del Recovery Plan, terminata a notte fonda. Una riunione, con toni accesi e a tratti molto tesa, che non ha portato a una intesa, in particolare con Italia Viva, sulle norme per la gestione degli oltre 200 miliardi di fondi europei per la ricostruzione post-Covid. Si tratta ancora, quindi, per cercare di arrivare a una quadra ed evitare strappi sul piano da presentare nel più breve tempo possibile a Bruxelles e al Parlamento. I tecnici hanno a lungo analizzato i due articoli e i 32 commi della bozza del provvedimento, soffermandosi per più di due ore sui poteri sostitutivi da affidare alla squadra di 6 capi-missione chiamati a coordinare l’attuazione del Piano, con la supervisione e il controllo della cabina di regia politica formata dal triumvirato Conte-Gualtieri-Patuanelli. Secondo quanto viene riferito l’architettura di massima della governance manterrebbe, almeno per ora, il suo impianto ‘a piramide’, compreso il coinvolgimento delle parti sociali in un ‘Comitato sociale’ consultivo. La riunione del preconsiglio, iniziata attorno alle venti e finita dopo le due di notte, non ha però portato a una intesa. “La struttura di Conte pensa a moltiplicare le poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi a chi soffre. Se le cose rimangono come sono voteremo contro. Per noi un ideale vale più di una poltrona. Circa il rischio di una rottura, spero proprio di no, ma temo di sì”, ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Il problema non è avere uno strapuntino o un uomo dei nostri, ma di metodo – ha detto Matteo Renzi, intervenendo al convegno “Il Mes spacca Italia” -. Io dico a Conte di ritirare il suo piano, venga in Aula, ascolti le idee, della maggioranza come nell’opposizioni e poi si decida. Noi non siamo a ‘Aggiungi un posto a Tavola’, noi chiediamo un approccio diverso. Il governo valuti le proposte ma alla fine convochi una sessione ad hoc dopo legge di bilancio e poi si decide chi spende i soldi e come”. “Renzi ha ragione, io accetto la sfida, sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza europea per il bene del Paese e per renderlo competitivo. Sono d’accordo nel mettere insieme le nostre energie”. Così il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenendo al convegno “Il Mes spacca Italia”, in diretta su Radio Radicale. “Se il progetto di Renzi è buono lo dico, Italia innanzi tutto. Ben venga una bicamerale, un luogo in Parlamento per trovare le soluzioni migliori”. “Abbassare i toni, pesare le parole, coinvolgere ed includere. Il Paese è già molto provato e non ha bisogno di altri conflitti. Lavoriamo insieme per spendere bene e rapidamente tutte le risorse disponibili”. Lo scrive il vice segretario del Pd Andrea Orlando su twitter. “L’Europa ha urgentemente bisogno di un Piano per la ripresa e la crescita; gli strumenti chiave del Recovery Plan europeo, il Quadro Finanziario Pluriennale e New Generatio Eu, sono oggi più importanti che mai e devono diventare operativi senza ulteriori ritardi”. E’ questo il passaggio chiave della lettera congiunta firmata dai Presidenti di Bdi (Germania), Medef (Francia), Confindustria (Italia), Ceoe (Spagna) e Lewiatan (Polonia) inviata ai Presidenti delle tre principali Istituzioni europee, alla vigilia del Vertice dei Capi di Stato e di Governo in programma a Bruxelles il 10 e 11 dicembre.