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La Coldiretti: “Da quest’anno un’etichetta contrassegnerà l’agnello calabrese”

La Coldiretti: “Da quest’anno un’etichetta contrassegnerà l’agnello calabrese”

CATANZARO. Agnelli e capretti sulla tavola del pranzo di Pasqua, per la prima volta, con il luogo di origine o di provenienza riportati sull’etichetta. Una “buona notizia” secondo Coldiretti Calabria dovuta all’entrata in vigore, dal primo aprile scorso in Italia, del nuovo Regolamento che impone tale indicazione per le carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili. “È questo il risultato – riporta una nota – della lunga battaglia della Coldiretti per la trasparenza, con la maggioranza degli operatori che si sta già adeguando per rispettare la scadenza già nel fine settimana. Per essere certi di portare a casa prodotto al 100 per 100 tricolore, occorrerà scegliere la carne con la scritta “origine Italia”. In tal modo si potrà verificare che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sul territorio nazionale. Una storica novità, anche perché nelle festività natalizie e nelle tre settimane precedenti la Pasqua si commercializza, in Italia, circa un quarto della produzione annuale di carne di agnello”. “La Calabria per le carni ovicaprine – è detto nella nota di Coldiretti – è fortemente rinomata, poiché caratterizzata dagli ampi pascoli di montagna in particolare aspromontani e silani, che garantiscono agli animali una alimentazione sana e naturale, in un ambiente integro. Con una consistenza di oltre 3.374 allevamenti ovicaprini ed un patrimonio zootecnico di oltre 112 mila animali, la Calabria può autorevolmente candidarsi ad appagare i palati più fini, determinati a mettere a tavola pregiata carne di agnello”. “Si va completando un percorso – sottolinea il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro – iniziato circa 15 anni dall’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotta, come si ricorderà, sotto la spinta, dell’emergenza “mucca pazza” con il regolamento che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione. L’indicazione di origine in etichetta ormai è la strada maestra anche perché la vuole la stragrande maggioranza dei cittadini e questo può fare solo bene alla nostra agricoltura e all’economia agroalimentare con una spinta anche agli investimenti”.

 

 

 

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