Serve una sanità che tenga conto solo di chi soffre e dei suoi bisogni
di Monsignor Fiorini Morosini
La Calabria non sia trattata come terra di nessuno. In questi giorni è emersa chiaramente la distanza preoccupante tra Stato e cittadini, questi ultimi sono lasciati sempre più soli e si trovano in difficoltà nell’affrontare cure mediche e sanitarie, dovendo spesso sostenere i costi di una trasferta fuori regione: le strutture sanitarie inadeguate hanno un costo doppio per i calabresi e questo non possiamo accettarlo. La logica del taglio lineare per risparmiare costi e di un modello sempre più centrato sulle categorie e sulle prestazioni e sempre meno sulla persona ed i suoi bisogni ha imposto il prezzo maggiore alle fasce più deboli di cittadini: tossicodipendenti, disabili, anziani, malati psichiatrici, proprio coloro i quali avrebbero più bisogno di assistenza e che hanno meno risorse per curarsi altrove. Il nuovo modello sanitario che dovrà essere avviato in Calabria dovrà necessariamente partire dai cittadini e dai bisogni più importanti, a partire dagli ultimi, dai fragili, da chi in questi anni di contrazione dei servizi si è trovato a soffrire più di ogni altro non avendo mezzi e risorse per accedere in altro modo alle cure sanitarie necessarie. Se nuova sanità dovrà essere, quindi, dovrà essere una sanità che tenga conto dell’uomo e dei suoi bisogni e non solo del contenimento della spesa. L’economia si deve chinare di fronte ai bisogni primari delle persone.