“Abbiamo scoperto di essere positivi perché autonomamente abbiamo deciso di sottoporci a tampone in un laboratorio privato, dopo avere appreso di un congiunto che presentava febbre a altri sintomi riconducibili al Covid, ma l’assistenza da parte degli enti preposti non è mai stata tangibile”. S.S. racconta così all’AGI l’esperienza del coronavirus che ha travolto lei, il marito e i suoi due figli, di cui uno portatore di handicap. La loro vita è cambiata la scorsa settimana scorsa, quando lei stessa si è sottoposta per prima a tampone risultando positiva. Molte le criticità raccontate al telefono all’AGI dalla sua casa, nel Catanzarese, dove si trova in isolamento domiciliare. “Abbiamo dovuto fare i conti con i tempi di attesa lunghissimi – ha affermato Michela – soprattutto per poter indicare la tracciabilità delle persone che avevano avuto contatti con noi e, quindi, poter avere il tampone a domicilio da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro”. I tempi indicati sono effettivamente lunghi: davanti al tampone nasale effettuato il 23 ottobre e subito risultato positivo, la sua famiglia ha potuto ottenere il tampone molecolare dell’Asp solo il 27 ottobre, quindi un altro giorno per l’esito. Stessa sorte anche per un congiunto, ma con tempi ancora più lunghi, considerato che si attende il tampone molecolare dell’Asp per il prossimo 2 novembre, oltre una settimana dopo dalla positività. “Nessuno risponde ai numeri di telefono che abbiamo provato a contattare più volte – prosegue Michela – e quando ci siamo recati alla tenda pre-triage installata a Catanzaro lido siamo stati rimandati indietro perché dovevamo aspettare la visita dei medici a casa, nonostante il caso delicato di mio figlio”. Una delle critiche più delicate riguarda la tracciabilità dei contatti: “Nessuno ci ha chiesto i nomi delle persone con cui eravamo stati in contatto negli ultimi giorni – ha lamentato la donna – e sono stata io a preoccuparmi di avvisare più persone per chiedere di osservare un periodo di isolamento e di sottoporsi a tampone. Solo alcuni giorni dopo siamo stati contattati per fornire questi nomi, ma in questo modo è impossibile evitare che i contagi si allarghino ad altre persone”. La situazione della sanità calabrese è particolarmente complessa: manca il personale sanitario necessario per affrontare le emergenze, mancano i posti letto e sono diverse decine i tamponi che attendono di essere processati, nonostante il lavoro immane delle poche persone in servizio.