“Ci lascia una donna intelligente, preparata e determinata, che ha amato la propria comunità e la sua terra, la Calabria”. Lo ha detto l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Molè, nell’omelia dei funerali di Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, morta a 51 anni per un malore nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. “Jole – ha aggiunto l’arcivescovo – ci lascia anche tanta dignità, delicatezza, riservatezza, qualità necessarie nell’epoca dominata dai social. Testimone del dialogo e della pace, ha abbracciato e sostenuto sempre le persone in difficoltà. Ci rimane anche la sua grande voglia di lottare, come ha dimostrato negli anni in cui ha tenuto testa alla malattia”.
“Con la sua elezione – ha detto ancora l’arcivescovo nel corso dell’omelia – si era accesa una fiammella di speranza, tinta di “rosa”, nel cielo nuvoloso della nostra Calabria; una luce che fin da subito ha voluto colmare le attese di un popolo in cerca di verità, bisognoso di giustizia e desideroso di esprimere in pienezza le sue capacità civili, culturali e morali. Ma non disperiamo. Il Signore ci ama, ci custodisce, guarda a questa terra benedetta ed ai suoi rappresentati. Conosce la nostra vita e la nostra storia, le nostre fatiche e i nostri dolori. Come ci ricorda il libro dei salmi: «Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto sul tuo libro; i miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno». Il Signore ha ispirato e guidato Jole nella sua vita e nei suoi progetti: perciò da lui oggi riceviamo la certezza che ogni nostra lacrima è preziosa perché custodita nell’otre di Dio, in cui Egli raccoglie le sofferenze disseminate nel mondo intero per dare vita e speranza anche agli ultimi della terra! Allora, carissimi fratelli – ha sottolineato il pastore di Cosenza – la cara Jole chi è stata per noi? Certamente una di noi, con i difetti e le debolezze che ognuno porta con sé. Lei infatti ripeteva spesso: «non siamo immuni da errori, ma è importante che qualsiasi scelta sia fatta in buona fede e pensando sempre di fare del bene alla Calabria e ai calabresi». Ma era anche una tenace credente, pellegrina della verità e della giustizia sociale, testimone della dignità della persona, promotrice della pacifica e fraterna convivenza civile. Questo ci basta per conservare di lei un ricordo grato e riconoscente e proporla come punto di riferimento alle nuove generazioni. «Siate audaci ed intelligenti!”, aveva scritto nella lettera aperta ai giovani». Cara Jole, prega per noi, per i tuoi familiari e amici, per la tua terra, ora che sei davanti alla Verità e alla misericordia di Dio, sorretta dalla materna benevolenza di Maria e dalla protezione di S. Francesco di Paola, dei quali eri profondamente devota; saranno essi a consegnarti all’amore bello e gioioso del Padre – ha concluso monsignor Nolè – che tutto rinnova e tutto vivifica”.