La stagione agrumicola è ai nastri di partenza, “ma – denuncia in una nota la Coldiretti Calabria – l’incognita è la manodopera sia straniera che italiana che manca”. Il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto, sostiene che “per gli agricoltori, al danno si aggiunge la beffa di essere costretti a lasciare i frutti nei campi per la mancanza di manodopera in una stagione agrumicola che peraltro si annuncia per qualità e quantità su buoni livelli tendenti all’ottimo. Vi è un calo delle posizioni lavorative in agricoltura che dipende dai vincoli causa Covid-19, posti alle frontiere ai braccianti dall’estero che ogni anno arrivano per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Nonostante il lockdown, nelle campagne il lavoro non si è mai fermato ma a pesare sui raccolti è appunto il mancato arrivo di braccianti che non è stato accompagnato da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. Anche il reddito di cittadinanza cosi come è congegnato non permette ai percettori di svolgere un lavoro. Anzi, coloro che ne usufruiscono preferiscono mantenere questa situazione”. “Non possiamo permetterci – dice ancora il presidente Aceto – di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia poiché, con la carenza di manodopera, il rischio è che ci possa essere sui ‘banchi dei mercati’ una ridotta disponibilità dei nostri agrumi, con una perdita di competitività e quote di mercato e un deciso aumento delle importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy. Occorre che su questi aspetti ci sia una attenzione della politica regionale e soprattutto dei parlamentari nazionali per mettere a punto provvedimenti e strumenti per il settore agili e flessibili, che taglino burocrazia e vincoli e rispondano soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità al lavoro e, dall’altra, generino una preziosa opportunità di integrazione al reddito, considerato il periodo di crisi”.
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