Si è tenuto oggi, nella Prefettura di Catanzaro, il presidio di una delegazione di lavoratori in somministrazione, autisti in servizio presso Poste Italiane, che, accompagnati dai segretari regionali di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp della Calabria, Antonio Cimino, Carlo Barletta, Gianvincenzo Petrassi e Luca Muzzopappa, hanno rappresentato le loro ragioni e le preoccupazioni, contenute in un documento che la Prefettura si è impegnata a trasmettere agli organi di governo interessati dalla vertenza. “Basterebbero solo i numeri – scrivono i sindacati – per dare l’idea della ricaduta occupazionale ed economica della inconcepibile ed ingiustificabile scelta di Poste ItalianE di non rinnovare i contratti dei 421 lavoratori in somministrazione, ma i lavoratori non sono e non possono diventare solo dei numeri. Non esiste una ragione né economica né manageriale – aggiungono – per i licenziamenti già in atto, solo una recrudescenza nell’attacco ai diritti ed alle tutele garantiti dai contratti nazionali, a favore di una nuova ignobile stagione di nuovo caporalato. Si licenziano 421 lavoratori dipendenti, di cui 25 in Calabria, solo per esternalizzare e “precarizzare” un servizio, utilizzando i cosiddetti “padroncini”, allentando e abbassando in tal modo le maglie delle tutele contrattuali e dei livelli salariali”.
Ai lavoratori licenziati, in queste ore, dicono i sindacati, ” stanno già arrivando le prime offerte di lavoro da parte dei padroncini con un abbattimento secco dello stipendio del 50%, e con modalità contrattuali che quasi certamente sono fuori dai parametri dei contratti nazionali. Un comportamento che – continua la nota – ricorda quello dei padroni delle ferriere, sfruttamento dei lavoratori con turni massacranti, con turni che hanno visto fino a 60 turni notturni di seguito, senza i previsti smonto e riposo, e che adesso vengono scaricati come fossero merce deteriorata o scaduta. Non è solo una battaglia sindacale di ordine contrattuale e salariale, è anche una questione di legalità, questi lavoratori sono impegnati anche nel ritiro e nella consegna dei plichi contenente la documentazione dei Tribunali e degli apparati del ministero della giustizia, e per tale motivo al momento della assunzione uno dei requisiti richiesti era l’assenza di carichi pendenti, per ovvi motivi di sicurezza trattandosi di trasporti di documenti di rilevante importanza, ci chiediamo se lo stesso requisito sia stato richiesto ai soggetti ai quali, in forma privatistica, è stato affidato il servizio finora reso dagli autisti licenziati”. Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp “impegnati al fianco dei lavoratori da circa 4 mesi, anche a livello nazionale, in questa vertenza non arretreranno di un solo millimetro, il 23 settembre è previsto l’ennesimo incontro presso il Mise a Roma, se anche questo incontro venisse disertato da Poste Italiane, lo sciopero su base territoriale di 8 ore su tutti i turni già proclamato per il 24 settembre, che segue quelli già svolti ed articolati a livello nazionale, sarebbe inevitabile e rappresenterà l’innalzamento di una protesta e di una battaglia che vedrà il Sindacato ed i lavoratori calabresi unitariamente protagonisti. Difendere i lavoratori ed i contratti nazionali – è la conclusione – è una missione da portare avanti con tenacia perché in gioco non ci sono solo i posti di lavoro ma anche diritti e tutele faticosamente conquistati e che adesso sono oggetto di feroci attacchi anche in ambito privato, la posizione di Confindustria sui contratti nazionali è emblematica: il lavoro non è un valore ma un fattore da monetizzare al ribasso”.