“La storia dei ragazzini sequestrati a scopo di estorsione, anzi di ritorsione a quanto pare, per una mancata consegna di mobili, non può rimanere negli annali dei peggiori titoli dati dai mezzi di comunicazione, ma è qualcosa che deve suscitare indignazione e rabbia nei confronti di tutto ciò che è sopraffazione, che è crimine, che è atteggiamento mafioso”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori. “Non si può accettare che accadano queste cose, come riguardassero soltanto i protagonisti – continua Marziale – perché oggi è accaduto a loro, ma se la prassi si consolida nell’indifferenza generale dell’opinione pubblica potrebbe accadere a chiunque. È un fatto di cultura, che deve essere contenuto non soltanto dalla repressione da parte delle autorità preposte, ma soprattutto da una forte indignazione sociale”.
Per Marziale “la gente che si spinge fino a tanto deve avvertire il fiato sul collo di una società capace di ribellarsi, di stare dalla parte dei più deboli e di non sotterrare più la testa sotto la sabbia come gli struzzi, perché è dall’assuefazione che prende corpo la rassegnazione e la normalizzazione di questi fenomeni”.