Vasta operazione antidroga, all’alba di oggi, della Squadra Mobile di Salerno che ha eseguito un’ordinanza del gip del tribunale di Salerno che applica misure cautelari nei confronti di 25 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Secondo l’inchiesta denominata ‘Patriot’, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia salernitana, la base operativa sarebbe nel capoluogo di provincia campano, ma le misure cautelari sono state eseguite anche in alcuni comuni della zona Nord del Salernitano, oltre che nelle province di Napoli, Cosenza e Verbania. Stamane, impegnati circa 150 agenti, supportati da unità cinofile antidroga e da un elicottero della polizia.
Nelle conversazioni intercettate, la droga veniva chiamata “palla” o “pacco”. E, neanche durante il lockdown, l’attività di spaccio si sarebbe fermata, ma avrebbe continuato ad abbracciare molti quartieri della città di Salerno, tra cui il centro storico, Sant’Eustacchio, Canalone, ‘villaggio dei puffi’, Pastena, Torrione, Mercatello e Mariconda. La Squadra Mobile di Salerno ha eseguito, oggi, nelle province di Salerno, Napoli, Verbania e Cosenza, una ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 25 persone (22 in carcere e 3 ai domiciliari) ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Uno degli arrestati viveva in Spagna ed era rientrato ieri sera a Scafati, dove è stato arrestato.
Per gli investigatori della Dda di Salerno, il gruppo, che avrebbe fatto capo ad un 38enne che era ai domiciliari per altra causa, sarebbe stato dedito all’approvvigionamento di ingenti quantitativi di hashish e cocaina per diversi gruppi criminali che gestiscono lo spaccio di stupefacenti a Salerno e provincia. Gli inquirenti descrivono il 38enne come “il capo indiscusso, promotore, finanziatore e organizzatore del gruppo criminale” e “colui che detta le direttive per l’acquisto e la cessione della sostanza stupefacente”. E lo definiscono anche “personaggio di grande spessore criminale, con a carico numerosi precedenti penali, non risulta abbia mai svolto alcuna lecita attività lavorativa, traendo i proventi per il suo sostentamento esclusivamente dall’attività criminale. È intraneo agli ambienti dello spaccio di stupefacenti da circa vent’anni”. Allo stesso tempo, i poliziotti hanno constatato come l’indagato principale abbia mantenuto sempre un basso tenore di vita per evitare di attirare su di sé l’attenzione delle forze dell’ordine. Tant’è che, solo raramente, avrebbe “partecipato, in prima persona, a scambi di droga ed accordi per l’approvvigionamento o la riscossione dei soldi per le forniture eseguite”. Le forniture di cocaina, stando alle accuse, sarebbero state assicurate da due indagati residenti a Scafati e Boscoreale; quelle di hashish, invece, da un gruppo facente capo ad un altro indagato con la collaborazione di altri due, a Sarno. Durante le indagini, sono stati sequestrati circa 41 chilogrammi di hashish, mentre, nel corso di un’altra consegna, altri 18 chili circa. Sette sono stati gli arresti in flagranza nei mesi scorsi con il consequenziale sequestro di droga.
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