VENEZIA/ Sono 33 gli ordini di custodia cautelare emessi dal gip del Tribunale di Venezia, su richiesta della locale Dda, nei confronti di altrettanti indagati accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato, favoreggiamento, violazione delle leggi sulle armi, con le aggravanti mafiose. I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa del Ros per accertare la presenza, in Veneto, di strutture ‘ndranghetiste. Oltre cento le persone raggiunte da avvisi di garanzia. Gli arresti sono stati eseguiti dal Ros con il supporto dell’Arma territoriale in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Calabria. Contestualmente, si sta procedendo alla notifica di più di cento informazioni di garanzia e a numerose perquisizioni e sequestri di beni, mobili e immobili, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 11 presso la Procura della Repubblica – Dda di Venezia, alla quale parteciperanno il Procuratore della Repubblica di Venezia, Bruno Cherchi, e il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto.
Le indagini hanno accertato l’operatività di una struttura ‘ndranghetistica stanziata a Sommacampagna (Verona) almeno dal 1981, riconducibile alle famiglie “Gerace-Albanese-Napoli-Versace” originarie della piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria), con ramificazioni in diversi comuni della provincia di Verona (Villafranca Veronese, Valeggio sul Mincio, Lazise e Isola della Scala) e in costante connessione con il “Crimine di Polsi” in Calabria. Gli investigatori hanno ricostruito la commissione, nel tempo, di un rilevante numero di reati (in particolare estorsioni ed usura) e la realizzazione di un vorticoso giro di false fatture per operazioni inesistenti: documentati anche diversi episodi di riciclaggio, perfezionati attraverso società di cui i formali titolari si servivano, avvalendosi anche della mafiosità dei loro interlocutori, per trarre un personale tornaconto.
“Dal quadro emerso – spiega il Ros – è possibile ipotizzare la capacità della consorteria di acquisire, direttamente o indirettamente, la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori (in particolare costruzioni edili e movimento terra, impiantistica civile ed industriale, servizi di pulizia e di affissione della cartellonistica pubblicitaria, commercio di auto e materiali ferrosi, nonché trasporti su gomma) anche in collegamento con soggetti contigui alla cosca ‘Grande Aracri’ di Cutro (Crotone) stanziali nella provincia di Verona”.
Gravi elementi sono emersi anche in ordine alla gestione di un traffico di stupefacenti, sviluppato nel veronese attraverso due canali di approvvigionamento: uno in Calabria e l’altro facente capo ad appartenenti a gruppi criminali albanesi e sloveni. Nel corso delle attività, sono stati sequestrati ingenti quantitativi di cocaina e marijuana.