“Da diversi giorni assisto a richieste, anche a mezzo stampa, di dirigenti del Pd volte a superare la fase di commissariamento e ad aprire un confronto democratico da sintetizzare in un congresso regionale”. Lo dice il consigliere regionale Luigi Tassone che prende posizione in merito al dibattito sul futuro del Partito Democratico e si dice “convinto che in Calabria ci siano le giuste intelligenze tra i dirigenti del partito per potersi autogovernare, da scegliere attraverso un congresso da tenersi in autunno, dopo le elezioni amministrative. Un congresso vero – spiega – improntato su programmi da contrapporre ad un Governo regionale che, in pochi mesi, ha ripetutamente dimostrato i propri limiti; un congresso genuino in cui i nomi non vengano fuori da tavoli precostituiti ma dai dialoghi e dal raffronto delle idee. La mia posizione – sostiene Tassone –, che è quella di un giovane militante che da circa 15 anni fa vita di partito con passione e determinazione e che oggi riveste il ruolo di consigliere regionale dopo aver maturato interessanti e proficue esperienze amministrative da sindaco di Serra San Bruno, è quella di individuare la nuova guida fra le personalità che hanno lavorato e che lavorano con costanza all’interno del partito, in modo da dare un senso all’impegno fattivo e quotidiano sul territorio. E, d’altronde – si chiede Tassone, – che senso avrebbe individuare il segretario di un partito nella società civile e cioè fra coloro che non conoscono, per come richiede necessariamente il ruolo, il partito?”.
Tassone sostiene che “se il partito nazionale viaggia su questa linea poco comprensibile, commette un nuovo importante errore, dimostra indecisione e non legittima il generoso impegno di chi lavora sul territorio. È, invece, il caso – aggiunge – di eliminare ogni motivo di confusione, non consentendo più che qualche dirigente continui a pensare di essere il padrone indisturbato del partito. Un congresso serve anche a impedire azioni non condivise attuate in modo autoreferenziale da chi si comporta da capocorrente del momento senza comprendere che occorre lavorare trovare l’unità e non creare divisioni, e a rendere il nostro partito plurale e inclusivo, coinvolgente ed attrattivo”.
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