Si è svolto a Catanzaro il sit-in organizzato, davanti alla sede della Regione, da Cgil, Cisl e Uil Calabria per denunciare l’emergenza sanità e chiedere una “svolta radicale” al governo nazionale e al governo regionale. Alla mobilitazione, secondo quanto riferiscono i vertici regionali dei tre sindacati, partecipano oltre mille manifestanti, un numero contingentato per evitare assembramenti incontrollati e non rispettosi delle misure anti-coronavirus. Alla guida del sit-in ci sono Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria.
Molti i punti al centro della piattaforma di rivendicazioni da parte dei sindacati, che chiedono risposte concrete dal governo nazionale regionale: prioritari sono la modifica o il superamento del “Decreto Calabria”, la fine del commissariamento, che – spiegano Cigl, Cisl e Uil Calabria – “in dieci anni ha prodotto solo un aumento delle tasse a danno dei cittadini, senza alcun risanamento del settore”, e nuove assunzioni. Ma i sindacati sollecitano anche una riorganizzazione complessiva del settore attraverso il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento della rete ospedaliera finalizzati a porre un freno alla mobilità passiva che alla Calabria costa 280 milioni all’anno, la realizzazione, in tempi finalmente certi, dei nuovi grandi ospedali, l’unificazione delle aziende ospedaliere “Pugliese Ciaccio” e Policlinico universitario “Mater Domini” di Catanzaro, l’innovazione tecnologica delle strutture, una sanità privata al servizio di quella pubblica, un piano straordinario per accorciare le liste di attesa, una vigilanza sempre più stretta contro il rischio delle infiltrazioni della ‘ndrangheta e della corruzione e contro gli sprechi di denaro pubblico, la riorganizzazione dei servizi di welfare e socio-assistenziali. Per Cgil, Cisl e Uil Calabria, infine, è “prioritaria la valorizzazione delle professionalità del personale sanitario”: in particolare, i sindacati chiedono il riconoscimento dell’indennità Covid agli operatori che hanno fronteggiato l’emergenza (sul punto i tre sindacati lunedì scorso hanno siglato un accordo con la Regione, non sottoscritto invece dalle altre sigle sindacali), la stabilizzazione del precariato, lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, il rinnovo dei contratti a tempo in scadenza, nuove assunzioni nell’ambito di un complessivo piano del fabbisogno, la reinternalizzazione dei servizi e maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.
“L’apertura di un tavolo nazionale per affrontare l’emergenza sanità in Calabria”. E’ stata questa la sollecitazione che Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno lanciato questa mattina da Catanzaro con il sit-in davanti la sede della Regione, al quale hanno partecipato oltre mille manifestanti.
Secondo Angelo Sposato, segretario generale della Cgil calabrese, “la partecipazione è andata anche oltre le nostre previsioni, ora è necessario che chi ha responsabilità se le assuma. Ci aspettiamo una convocazione da parte del ministero della Salute perché abbiamo chiesto con forza una discussione su tre priorità: il riordino della rete ospedaliera e della rete territoriale, da fare con i lavoratori che hanno fronteggiato l’emergenza in questi mesi, poi lo sblocco delle assunzioni perché non è più accettabile che manchino circa 4mila unità e ancora – ha proseguito Sposato – il ripristino della legalità, visto che abbiamo due Asp sciolte per mafia e una Asp in dissesto finanziario”. Sposato ha poi osservato che “la politica deve fare uno scatto di reni, smettendo di fare finta che non esista un problema di infiltrazioni mafiose nella sanità e smettendo di scansare le proprie responsabilità. Per questo, chiediamo il superamento del ‘Decreto Calabria’ e il superamento dell’attuale commissariamento con un commissariamento che abbia davvero capacità e qualità. Nella gestione manageriale – ha rilevato il segretario generale della Cgil – bisogna togliere la sanità dalle mani della politica”.
A sua volta Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria, ha sostenuto che “l’obiettivo di questa manifestazione è lanciare un appello al governo nazionale e a quello regionale: sulla sanità in Calabria è necessario voltare pagina. E’ necessario creare un nuovo modello, che sappia prendersi cura del cittadino, eviti i viaggi della speranza anche per banalità e parta dalla riorganizzazione della rete territoriale. In dieci anni il commissariamento non ha prodotto alcun risultato, e davvero deludente è stata quest’ultima fase commissariale, della quale chiediamo il superamento. Con questo andazzo – ha evidenziato Russo – non usciremo mai dal piano di rientro e non raggiungeremo mai i Lea. Ci sono poi le ruberie, tanti servizi non usufruiti se è vero – come testimonia la Corte dei Conti – che paghiamo 500 milioni circa per servizi non erogati, ai quali poi bisogna aggiungere i 300 milioni all’anno che paghiamo alle altre Regioni”.
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