Un miliardo e settecento milioni di euro. E’ quanto la Calabria, secondo il segretario generale della Uil regionale, Santo Biondo, deve ancora spendere dei finanziamenti previsti dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale. “Il dato, emerso dall’ultimo studio del Servizio politiche territoriali della Uil, mette chiaramente in luce -spiega Biondo- i ritardi, che non abbiamo lesinato a segnalare, accumulati dalla Regione in questi anni. Lo studio, pur nella difficolta ̀ di ottenere i dati
specifici sulle somme certificate, riesce a stabilire che su un contributo totale che sfiora i 2 miliardi e 400 milioni di euro, le somme certificate al 30 aprile 2020 sarebbero di poco inferiori ai 700 milioni di euro, con un incidenza sul totale del 29,3% e una massa di spesa ancora da certificare che, come dicevamo, tocca quota 1 miliardo e 700 milioni di euro. Questo ritardo – aggiunge – e la programmazione a pioggia dei finanziamenti europei non sono più sopportabili per una regione che, in sofferenza per la crisi economica degli ultimi anni, è costretta a fare i conti con la pesante situazione economica e sociale creatasi a causa dell’inaspettata pandemia da coronavirus”.
In questo quadro, dice Biondo, “crediamo non sia più sopportabile, per una regione che è fanalino di coda in Europa per i dati sull’occupazione, una spesa pari a zero, delle risorse previste dal Fondo sociale europeo, la cui dote, lo ricordiamo, si aggira sui 330 milioni di euro. Una terra che ha fame di occupazione di qualità -dice il sindacalista- non può permettersi uno scempio simile. Oggi più che mai è necessario dare vita ad una politica attenta di finalizzazione dei fondi europei, un’azione di investimento che sia sganciata dalle logiche del passato che hanno privilegiato la parcellizzazione
di questi fondi, ma che punti sull’indirizzo di queste ingenti risorse verso il sostegno di scelte strategiche per rilanciare l’economia regionale e creare nuova e sana occupazione in Calabria”. Secondo Biondo, “alla giunta regionale, quindi, spetta il compito di creare le condizioni di contesto finalizzate a fare della Calabria un territorio appetibile ad attrarre investimenti pubblici e privati nel rispetto delle regole. Ma, soprattutto, spetta il compito di dire chiaramente quale quota dei fondi residui sarà̀ destinato ad un finanziamento più fluido e, invece, quale parte sarà̀ canalizzata
su progetti strutturati che trovino continuità̀ con la programmazione 2021-2027. In questo quadro, poi, siamo convinti che la politica debba accelerare convintamente sul percorso operativo della Zona
economica speciale: una infrastruttura immateriale che deve essere sostenuta concretamente attraverso il rilancio operativo del Piano per il Mezzogiorno. Il progetto della Zes in Calabria -scrive il segretario della Uil Calabria- deve essere irrobustito dalle politiche regionali, complementari a quelle
nazionali, soprattutto per non svilire la crescita produttiva del porto di Gioia Tauro, al fine di creare occupazione nuova e di qualità̀. Questo progetto può essere sostenuto dall’approvazione di una legge regionale che sia finalizzata all’attrazione di investimenti pubblici e privati sull’area di Gioia Tauro, in primis, ma da estendere a tutto il territorio regionale che sia in grado, attraverso l’attivazione di sostegni all’imprenditoria, di rendere la Calabria uno snodo cruciale per la crescita nazionale e
dell’area del Mezzogiorno”.
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