Cinquanta aziende di trasporto locale hanno manifestato ieri davanti agli uffici della Regione Calabria, a Catanzaro. Decine di autobus hanno fatto ingresso nel parcheggio, mentre decine di persone hanno presidiato la zona con striscioni. La protesta è stata organizzata per la crisi economica provocata dal Covid-19 che ha messo a dura prova il settore delle autolinee, ma la situazione attuale, emersa con la fase 2, non ha migliorato la condizione e l’intero comparto, hanno evidenziato i manifestanti, è completamente in ginocchio. I trasporti privati, infatti, non riescono a ripartire, nonostante linee guida e annunci di interventi, mettendo a rischio anche decine e decine di posti di lavoro. Le aziende coinvolte denunciano che oltre ottanta automezzi sono completamente fermi da mesi, dopo avere svolto per anni un servizio fondamentale di collegamento in Italia e all’estero con la copertura dei collegamenti con il Nord Italia, ma anche con Svizzera, Austria, Germania, Francia, Belgio e Lussemburgo. La filiera trasporti di Confapi Calabria legata al settore turistico ha inscenato ieri mattina un sit-in di protesta davanti alla sede della Regione, a Catanzaro. Circa 150 gli operatori arrivati da tutte le province della Calabria a Catanzaro con una settantina di bus e una trentina di pulmini, parcheggiati nel piazzale antistante la Cittadella. La protesta nasce dal fatto che, hanno spiegato i vertici di Confapi, “i trasporti legati al turismo, cioè i bus ed Ncc che si occupano di gite scolastiche e viaggi, sono al collasso perché da ormai quasi tre mesi sono completamente fermi a causa dell’emergenza coronavirus e hanno visto il loro fatturato azzerato, con un futuro poi ancora più
incerto e preoccupante. Questo – secondo Confapi – ovviamente comporterà il concreto rischio della perdita di centinaia di posti di lavori e, a catena, potrà ripercuotersi anche su altri settori, visto che
ai bus turistici sono legate anche altre figure professionali come guide e accompagnatori
turistici, tour operator, officine specializzate, carrozzieri, assicurazioni e tutto l’indotto collegato”. Confapi chiede alle istituzioni, in particolare alla Regione Calabria, un sostegno economico,
sotto forma di contributi a fondo perduto, o forme di agevolazioni per consentire la ripresa delle attività e superare l’attuale situazione di crisi del settore.
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