E’ scattata ieri la possibilità di riaprire gli stabilimenti balneari in Calabria, ma sono molto poche le strutture già pronte. L’emergenza sanitaria collegata al Covid-19 ha rallentato di molto l’avvio della stagione estiva e pochi hanno utilizzato la possibilità di preparare gli stabilimenti concessa dalla Regione Calabria sin dallo scorso mese di aprile. Un rinvio dettato dalla necessità di comprendere le regole a cui attenersi, soprattutto rispetto al distanziamento sociale. Per questi motivi, sugli ottocento chilometri di costa calabrese sono in corso da pochi giorni le operazioni di pulizia e montaggio
dei lidi. Chi è riuscito ad aprire ha, in realtà, ridotto la disponibilità al servizio al bar, escludendo al momento la possibilità di usufruire di ombrelloni e lettini in spiaggia. D’altronde, le notizie certe sulle distanze da tenere sono arrivate da poco ed ora occorre predisporre il montaggio. Anche da questo
punto di vista, la situazione è ‘a macchia di leopardo’. Da una parte ci sono gli stabilimenti situati lungo gli ampi litorali sabbiosi, prevalentemente sulla costa ionica, dove rispettare le distanze non implica un grave danno sul numero di ombrelloni che si possono installare. Dall’altra, le zone a ridosso degli scogli o di spiagge meno ampie, dove invece i titolari e gestori di lidi lamentano la
perdita di almeno la metà degli ombrelloni rispetto alla scorsa stagione. Dal punto di vista dei servizi, invece, tutti si stanno adeguando alle normative di protezione e igiene. In questo caso, i disagi segnalati dagli operatori riguardano soprattutto la gestione dei bar e degli spazi comuni, considerato che si perderebbe una grossa porzione di locale per garantire il distanziamento. Complessivamente,
lavori in corso sono registrati su tutto il litorale, passando dalle località turistiche più note, ai capoluoghi situati sul mare e fino alle piccole località di vacanza. Quel che è certo, è una riduzione del periodo della stessa vacanza che, specie in alcune zone, normalmente sarebbe già partito soprattutto
con l’arrivo degli stranieri. Per questo, il tentativo degli imprenditori è quello di concentrare più possibile le attività nel periodo tra giugno e agosto. Rispetto ai costi, nonostante le difficili condizioni economiche e gli investimenti necessari, non si registrano al momento particolari aumenti,
anche se le cifre precise saranno verificabili solo nei prossimi giorni. Intanto, a Catanzaro Lido l’atteggiamento prevalente da parte egli operatori del capoluogo regionale è ancora molto scettico. In tutti c’è un’evidente voglia di riprendere il consueto trend lavorativo ma le incognite, al momento, superano di gran lunga le certezze. Per questo, sul lungomare di Catanzaro stamattina soltanto
un paio di lidi sulla decina esistenti ha iniziato a montare le strutture, tra speranze e timori, questi ultimi comunque preponderanti, almeno finora. “La situazione è molto difficile e ripartire è dura ma penso che sia anche peggio chiudersi e restare barricati in casa”, confida Ivan Bellini, titolare del lido
“Anapi”, mentre con alcuni dipendenti mette a posto le travi in legno che tra un po’ concretizzeranno uno degli stabilimenti “storici” della Marina catanzarese. “Riapriamo un po’ al buio, perché siamo già in ritardo sulla consueta tabella di marcia e la stagione è quasi compromessa, visto che molte prenotazioni non sono state confermate. Ma – rileva Ivan Bellini – non possiamo fermarci. Il rischio di impresa è insito nelle nostre attività ma auspichiamo che lo Stato, la Regione e il Comune ci diano un sostegno concreto che ci ricompensi del rischio maggiorato”. Tanti altri gestori di lidi insistenti sul lungomare di Catanzaro non hanno ancora chiaramente manifestato le loro intenzioni, e non è escluso che qualcuno alla fine decida di non aprire affatto, in considerazione del fatto che i costi saranno comunque sicuramente superiori agli incassi e inoltre le ferree misure di precauzione e distanziamento da osservare e far osservare complicano ulteriormente una gestione già di per sé complessa. Sono, del resto, considerazioni condivise da gran parte degli operatori catanzaresi, anche di quelli di Giovino, nuovo “polmone” turistico del capoluogo di regione. Anche qui i lidi sono una
decina, e a differenza di quelli del lungomare sono in genere allestiti su moduli fissi, ma non per questo la loro riapertura è scontata. Lo conferma Massimiliano Rotundo, titolare del lido “Sunrise”, che ha avviato anche lui i lavori ma non è detto che riaprirà: “Intanto sistemiamo la struttura e poi
vediamo, purtroppo -dice Rotundo- dobbiamo fare i conti anche con l’incertezza dei nostri clienti. Dal Nord già abbiamo capito che non verranno, ma anche i catanzaresi, com’è del resto comprensibile, non hanno ancora deciso che fare. In più, lo Stato non ci sta aiutando per nulla, così come le banche,
e gli investimenti fatti sono già praticamente persi. Per farla breve, speriamo bene, noi le tenteremo tutte. D’altronde, non è che ci sia molto altro da fare”.
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