CATANZARO. “La Regione Calabria dovrebbe porre in essere misure più efficaci di controllo atte non solo a reprimere ogni iniziativa illecita, ma anche ad indirizzare la propria azione di finanziamento con strumenti più incisivi”. Lo ha detto il procuratore facente funzioni presso la sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei Conti, Salvatore Librandi, nella relazione di apertura dell’anno giudiziario in merito alla repressione delle frodi comunitarie e al recupero dei contributi indebitamente erogati e percepiti. In totale, nel corso del 2014, sono stati depositati 57 atti di citazione, per un importo superiore a 29 milioni di euro. “L’ambito dei contributi pubblici – ha sostenuto Librandi – è talmente vasto che gli atti di citazione hanno, ormai, superato il 50% del totale. Le indagini avviate dalla Procura nel settore delle frodi e dell’illecita utilizzazione e destinazione delle risorse pubbliche, erogate nell’ambito dei programmi di intervento infrastrutturale finanziati dai fondi comunitari e nazionali, hanno portato all’accertamento di diffuse illegalità. Una causa del gravissimo fenomeno è stata individuata nei controlli effettuati dall’amministrazione che sono sembrati carenti e, comunque, non idonei se si considera che molti beneficiari non erano neanche in possesso dei requisiti soggettivi per poter accedere ad alcuna forma di contribuzione erogata da una pubblica amministrazione nazionale o comunitaria. Infatti, avevano già subito condanne penali oppure avevano presentato false dichiarazioni o, ancora, non erano proprietari dei terreni necessari per l’ottenimento degli aiuti in questione”.