CATANZARO. “La corruzione ha assunto ormai configurazione di ‘sistema’ che, oltretutto, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica in un suo recente intervento, in questo periodo complesso e travagliato, contribuisce ad impedire la correzione di mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico”. Lo ha detto il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria, Mario Condemi. “Certamente – ha aggiunto Condemi – il fenomeno della corruzione, che tanti danni produce alle pubbliche finanze, ha la sua massima matrice nel patologico istinto egoistico dell’esclusivo interesse personale o di gruppo, ma non può negarsi che, molto spesso, il fenomeno trova fertile terreno, per esplicarsi, in contesti normativi ed amministrativi fragili, contraddittori e incerti, tra le cui maglie possono trovare facile appiglio ambiguità interpretative per illeciti comportamenti, ritardi e/o accelerazioni di procedimenti, con l’ausilio di una burocrazia che si sente legittimata e protetta certamente da imperfette disposizioni e/o superfetazioni normative. Non può tacersi, però, che è anch’essa egoisticamente e supinamente abbarbicata in quella mai o poco rimossa inefficienza, a volte oggettiva, a volte volutamente prodotta, grazie alla quale spesso, è agevole inserire il proprio agire nel perimetro di malaffare, la cosiddetta zona grigia, pur senza attivamente concorrervi, nel cui ambito, con sorniona e autogiustificata acquiescenza-collusione, ritenuta fallacemente di ineluttabilità ambientale, non si disdegna di accettare illecite dazioni per attività spesso dovute e/o per evasione di affari poco chiari. Il tutto, comunque, è antigiuridico e contrario alla correttezza e all’etica pubblica”.