Lettere al Giornale di Calabria
“Pasqua 2020. Già circolavano le prime immagini sui social di agnellini e capretti felici che si auto consideravano “salvi”, vista la situazione del blocco collettivo di tutte le attività di ristorazione causa emergenza sanitaria da covid 19. Ma ecco varie associazioni di categoria degli allevatori italiani, insorgere, emettendo addirittura un “appello a tutti gli Italiani”, in merito alla necessità inderogabile di continuare a comprare i poveri animaletti trucidati per l’occasione.
Si dibatte molto, adesso, online (unico posto rimastoci…), circa l’opportunità di mantenere attive tutte le strutture di allevamento intensivo e macellazione di animali, sia perché si evoca sempre più l’immagine dei mercati di animali vivi cinesi dai quali, molti pensano sia partito il Covid 19, sia perché si sta realmente iniziando a considerare l’essere umano sempre più inserito in un sistema-pianeta che nulla a che vedere con le fredde logiche di mercato o economiche. Risulta quindi chiaro, che l’opportunità di richiedere e comprare, come nulla fosse successo, i piccoli di appena 40 giorni di agnello o capretto, proprio durante questo tristissimo e avvilente periodo socio economico, ai più sembrava improponibile. C’è chi rispolvera concetti di “campanilismo alimentare” e invita gli italiani ad esigere e preferire solo agnelli e capretti italiani, magari da filiere locali, per evitare di preferire quelli esteri a un prezzo più basso!…Forse molti non sono a conoscenza che milioni di italiani sono stati impossibilitati a lavorare, a causa delle imposizioni governative previste dai molti decreti restrittivi.
Questo richiamo di spesa ad acquisti di carne macellata, in un momento talmente delicato, che oltre a rappresentare ancora nel 2020 un’aberrazione in termini etici e morali, proprio in questo momento rappresenterebbero uno spreco di denaro liquido, che molti non hanno già più. Già il consumo e la richiesta di questo tipo di carne, rispetto ad anni fa, è già in netto calo e ci auguriamo che le coscienze dei nostri conterranei, spinti anche dalle tasche più vuote che questa emergenza sanitaria ha generato, spingano i calabresi a preferire una “tiana” con sole verdure, quelle tradizionali sì, e dal sapore e gusto ugualmente buonissimo, ma senza carne di innocenti e giovani vite di agnelli o capretti trucidati all’occorrenza”.
Salvatore Belfiore associazione culturale Gala
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