CATANZARO. “Comprendiamo e rispettiamo l’azione posta in essere da S.E. il Prefetto Luisa Latella – autorevole rappresentante dello Stato sul nostro territorio – con la quale decreta l’impossibilità per la Fondazione Campanella di perseguire i fini per cui era stata fondata, perdendo, di conseguenza, l’essenziale riconoscimento della personalità giuridica”. E’ quanto dichiarato in una nota dal gruppo consiliare “Catanzaro da vivere”. “Non nascondiamo però – prosegue la nota – che tale atto ci spiazza e ci meraviglia un pò, in quanto riteniamo sia intrinsecamente contrario al percorso di salvaguardia dei posti di lavoro nonché dei livelli di assistenza offerti ai pazienti oncologici. Nelle motivazioni a corredo del decreto recentemente emanato, inoltre, non si tiene conto di alcuni fatti rilevanti, la cui conoscenza risulta fondamentale per la completa comprensione delle vicende: la Regione, versando alla Fondazione contributi annuali e omettendo il versamento del fondo di dotazione, ha da sempre disatteso i vincoli posti dallo Statuto, anche quelli caratterizzanti la pubblicità, afferenti dunque alla possibilità del mantenimento della personalità giuridica. La Regione, inoltre, a più riprese, ha trasmesso al Ministero incomplete e non adeguate richieste di riconoscimento IRCCS, così come ha per lungo tempo manifestato immobilità rispetto al trasferimento delle U.O. non oncologiche all’Azienda ospedaliera Mater Domini per mancanza di una reale e concreta intesa con l’Università; i fatti sopracitati sono solo alcuni dei numerosi atti atipici che hanno caratterizzato le eterne ed altalenanti questioni, certamente note a tutti gli interlocutori/decisori che si sono succeduti. Ciononostante, a ottobre 2013 è stato istituito l’ennesimo tavolo tecnico presso la Prefettura di Catanzaro alla presenza del magnifico rettore, del presidente della Regione, dei sub commissari per l’attuazione del piano di rientro, del sindaco di Catanzaro, del dg del dipartimento Tutela dalla salute, del direttore dell’Azienda ospedaliera Mater Domini, del presidente della Fondazione Campanella, del direttore dell’Asp di Catanzaro e, ovviamente, dell’allora Prefetto Cannizzaro. In quella sede il Prefetto e i commissari (entrambi rappresentanti governativi), oltre a sollecitare l’ennesima richiesta d’intesa con l’Ateneo, hanno affidato dei compiti alla Regione, i quali sono stati disattesi, ma, al contempo, hanno costretto la Fondazione a sopportare i costi dei lavoratori in esubero e a fornire, in quanto servizio pubblico essenziale, le prestazioni sanitarie in favore del servizio sanitario. Delle due l’una: o già allora il precedente Prefetto non doveva diventare interlocutore attivo di un ente che, era già chiaro, aveva perso la possibilità di perseguire quei requisiti caratterizzanti la personalità giuridica, oppure frettoloso è il recente decreto dell’attuale Prefetto, che nei fatti si rivela contrario alle precedenti volontà dell’organo stesso. A questo punto, con il dovuto rispetto, domandiamo: S.E. il Prefetto, considerando anche che durante l’ultima riunione dal notaio si era espressa la volontà di non liquidare, ha inteso sentire le volontà dei soci prima dell’emanazione del decreto? E ancora: perché venendo di fatto meno il ruolo della Regione, non si è considerato che l’altro socio della Fondazione – l’Università – stava continuando a svolgere con diligenza il suo ruolo? Infine: perché lo sforzo della Fondazione stessa a continuare con determinazione le attività di ricerca e cura oncologica – perseguendo comunque la mission – non è stato apprezzato? Riteniamo in conclusione che, ancora una volta, sarebbe stato opportuno intraprendere ogni via di fuga percorribile, magari avvalendosi di quell’articolo 28 del codice civile (Trasformazione delle Fondazioni) che, anziché sancire la fine delle attività della Fondazione e l’inizio dell’ennesimo dramma sociale ed economico per la città, avrebbe potuto lasciare qualche perseguibile spiraglio di salvezza. Invitiamo pertanto gli organi stessi della Campanella – conclude la nota – a impugnare il decreto del Prefetto ed a chiedere, inoltre, al Presidente del Tribunale di non cancellare la società dal registro delle imprese almeno fino alla definizione della procedura fallimentare in corso. Confidiamo nelle competenze e nella responsabilità della Regione, certi che ogni strada verrà tentata per salvare un’eccellenza della sanità calabrese”.