L’ emergenza Coronavirus ricorda a tutti l’importanza dell’Università, intervento di Costa (ART Calabria)
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Domenico Costa, rappresentante dell’associazione ART Calabria
Per anni il ceto politico catanzarese, a parte qualche eccezione, si è quasi completamente disinteressato di quali fossero le reali condizioni della nostra Università e del suo Policlinico.
Per anni l‘unica preoccupazione è stata quella di concentrare l’attenzione mediatica su dove fosse più comodo dislocare sul territorio comunale, e presso quali immobili, le varie facoltà, ora corsi di studio.
Per anni il dibattito sulla nostra Università è stato talmente mediocre che quasi me ne vergogno, nessuna seria proposta giunta dal mondo politico. Chiudono sei scuole di specializzazione di medicina, a giurisprudenza diminuiscono gli iscritti, scienze motorie ancora oggi senza specializzazione finita la triennale, ma dette problematiche sembrano interessare poco, anche gli addetti ai lavori.
Un’area commerciale all’interno del Campus mai sorta, le residenze universitarie, ancora senza alcun servizio, se non quelli offerti dalla Fondazione UMG. Ci sarebbero tanti altri problemi che non sto qui a raccontarvi perché dovrebbero essere conosciuti. Quando la Città capirà che l’Università e gli studenti sono una risorsa, non solo economica, forse si deciderà una volta per tutte a concentrare le forze sulla crescita definitiva dell’ateneo catanzarese, che già nel corso degli anni ha ricevuto riconoscimenti a livello nazionale, come il premio per la ricerca ricevuto nel 2017 nell’annuale rapporto dell’Anvur.
Purtroppo è giunta l’emergenza e tutti pronti a prendersi le prime pagine dei giornali, ma ancora una volta con scarsi risultati, alzando inutili polveroni e sterili polemiche, quando già all’interno del policlinico universitario, qualcuno già stava lavorando sotto traccia e senza inutili proclami ed attività propagandistiche.
Per non parlare della situazione a livello regionale, dove le tre università calabresi invece di aiutarsi a vicenda, anche dividendosi i vari corsi di studi, continuano negli anni ad attaccarsi facendo la guerra dei poveri. Medicina a Catanzaro, e apriamola pure a Cosenza, Giurisprudenza ovunque, Farmacia idem. E’ questo il ritornello che ormai da anni ci accompagna. Ciò che consiglierei alle università calabresi è di aprire nuove facoltà, invece di continuare questa lotta che di sicuro non porterà benefici a nessuno. Pensiamo a potenziare il sistema formativo calabrese, aggiungendo altri corsi di studi, master qualificati di primo e secondo livello, così da permettere realmente a chi vuole crescere nella propria regione di poterlo fare.
Non voglio dilungarmi più di tanto perché spero che ci saranno delle occasioni di confronto sulle tematiche affrontate.
Una volta finito questo periodo di emergenza, e quando tutto tornerà alla normalità, ciò che mi auspico è che la politica sappia aprire al meglio una collaborazione con i vertici dell’ateneo catanzarese, per permettere alla nostra amata università di fare il salto di qualità che tutti quanti da anni aspettiamo. Per quanto riguarda la situazione a livello regionale, spero che la si finisca con questi stupidi campanilismi e che tutti quanti assieme possiamo in un futuro contribuire allo sviluppo della nostra terra, ognuno con le sue diverse vocazioni e competenze.
Ricordo a chi continua a ritenere che la cultura non sia una risorsa fondamentale, che forse non han ben compreso che il reale problema della Calabria resta la mancata crescita socio-culturale, che deve procedere di pari passo con lo sviluppo economico.
Se muore il Campus, muore la Città.
Domenico Costa
ART Calabria