“L’emergenza nazionale relativa alla diffusione del Coronavirus richiede l’aumento immediato dei posti pubblici di terapia intensiva sul territorio della Calabria, che sulla carta ne ha circa 130, ma di fatto ancora meno”. Lo scrivono i deputati Dalila Nesci e Francesco Sapia a Saverio Cotticelli e Maria Crocco, rispettivamente commissario e sub-commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario della regione.
“Per affrontare possibili situazioni di ricorso massivo – continua la lettera – agli ospedali pubblici calabresi occorrono nuove assunzioni di medici e paramedici, essendo le 493 previste nei prossimi due anni del tutto insufficienti, già in rapporto alle necessità ordinarie. A tale riguardo si rammenta che, nell’ambito della determinazione del fabbisogno, dalla sola provincia di Reggio Calabria sono state richieste circa 2.600 unità di personale alla Struttura commissariale del Governo. È essenziale, in proposito – secondo i due parlamentari – privilegiare, come più volte abbiamo già rimarcato, l’assunzione di figure professionali nel settore dell’emergenza-urgenza, piuttosto che reclutare amministrativi e tecnici di cui al momento si può fare a meno. Adesso, come conferma l’amplissimo coinvolgimento politico ed istituzionale da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri in ordine alle misure da intraprendere a tutela degli italiani, è indispensabile l’unità di quanti hanno poteri e responsabilità in ambito pubblico. Ciò – si sottolinea – al fine di evitare epiloghi drammatici in Calabria, regione sottoposta a piano di rientro dal disavanzo sanitario per lo stato dei Livelli essenziali di assistenza e per gravi squilibri di bilancio nelle aziende del Ssr, in larga misura determinati dai criteri vigenti di ripartizione del Fondo sanitario, che penalizzano le regioni meridionali e che pertanto vanno modificate in ossequio, intanto, agli articoli 3 e 32 della Costituzione repubblicana. L’ultimo, in ordine di tempo, provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Cont – si fa rilevare – prevede misure decise ed importanti per allontanare il rischio di contagio, ma in Calabria ci sono state falle a livello locale, che abbiamo già evidenziato, a proposito del paziente giunto a Cetraro, cui qualcuno avrà garantito libertà di movimento, quando già vigevano i divieti di arrivo dalle “zone rosse”, come la prenotazione per la dialisi effettuata. Sul punto è necessario un accertamento ad opera degli organi di competenza, anche per ciò che concerne eventuali responsabilità di carattere penale”.
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