Giuseppe Graviano avrebbe incontrato l’ex premier Silvio Berlusconi per tre volte durante la sua latitanza. Lo ha detto il boss della mafia siciliana, ascoltato venerdì 7 febbraio in videoconferenza nell’aula della Corte d’assise di Reggio Calabria nell’ambito del processo “’Ndrangheta stragista”. Secondo Graviano, il leader di Forza Italia era a conoscenza della sua condizione di latitante e sarebbe stato “in affari” con la sua famiglia.
Graviano, rispondendo alle domande del Pm Lombardo, ha parlato di finanziamenti che l’ex presidente del Consiglio, allora imprenditore, avrebbe ricevuto da suo nonno. “Nel dicembre 1993 – ha detto – mentre ero latitante, incontrai Berlusconi a Milano. Sapeva come mi chiamavo e sapeva che ero latitante da dieci anni”. All’incontro, secondo le parole dell’ex boss del Brancaccio, avrebbe partecipato suo cugino Salvo insieme ad altre persone che ha detto di non conoscere. L’incontro sarebbe servito per discutere dell’ingresso di nuovi soci nelle società immobiliari di Berlusconi. Un successivo appuntamento, programmato per il febbraio seguente, sarebbe saltato per l’arresto del boss. “Io – ha detto Graviano – il 27 gennaio 1994 venni arrestato a Milano, un arresto anomalo”.
“Le dichiarazioni rese quest’oggi da Giuseppe Graviano sono totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento, sconnesse dalla realtà nonché palesemente diffamatorie”. Lo dichiara l’avvocato Niccolò Ghedini che aggiunge: “Si osservi che Graviano nega ogni sua responsabilità pur a fronte di molteplici sentenze passate in giudicato che lo hanno condannato a plurimi ergastoli per gravissimi delitti. Dopo 26 anni ininterrotti di carcerazione, improvvisamente il signor Graviano rende dichiarazioni chiaramente finalizzate ad ottenere benefici processuali o carcerari inventando incontri, cifre ed episodi inverosimili ed inveritieri. Si comprende, fra l’altro, perfettamente l’astio profondo nei confronti del Presidente Berlusconi per tutte le leggi promulgate dai suoi governi proprio contro la mafia. Ovviamente – conclude l’avvocato Ghedini – saranno esperite tutte le azioni del caso avanti l’autorità giudiziaria”.
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