“Non c’è alcun nesso tra l’annunciata riorganizzazione del Movimento 5 Stelle, l’ennesima da circa un anno, e la scelta di chiedere agli iscritti di ogni parte d’Italia se partecipare o meno alle imminenti Regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna”. Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela, che ha annunciato le dimissioni immediate dall’incarico di coordinatore del Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale relativa alle Regionali della Calabria. “Gli stessi vertici hanno messo in gioco, cioè, il futuro del Movimento piuttosto che quello dei cittadini della Calabria e dell’Emilia Romagna, ai quali essi dovranno spiegare – dice Parentela – il perché della rinuncia a presentarci alle rispettive Regionali, nel caso in cui dovesse prevalere questo orientamento, legittimato da una consultazione democratica incomprensibilmente estesa a tanti che, vivendo altrove, non hanno le informazioni e gli strumenti valutativi per pronunciarsi con piena coscienza”. Parentela dunque, proprio nel giorno in cui si votava su Rousseau per decidere se correre in Calabria ed Emilia-Romagna, torna tra l’altro sul legame tra consultazione e ristrutturazione del Movimento dicendo che “a chiunque è chiaro, infatti, che si tratta di questioni diverse: una è ristrutturare il Movimento, ampliare la partecipazione, immaginare e costruire insieme il futuro del Paese; altra è dare il nostro contributo concreto per i prossimi 5 anni in Calabria e in Emilia Romagna, così evitando la pericolosa deriva verso l’estrema destra indotta da un accecato Matteo Salvini, artefice della caduta del primo governo Conte, decisa e prodotta sotto Ferragosto per pura brama elettorale. Anche il semplice buon senso indica che il Movimento si rinnoverebbe se ottenesse propri rappresentanti nei due Consigli regionali che usciranno dalle riferite consultazioni, previste il 26 gennaio 2020, cioè tra poco”. “Perciò – osserva ancora il deputato M5s – non capiamo né condividiamo la decisione di indire questo voto su Rousseau, peraltro giustificato con una forzata e – accusa ancora – vaga responsabilizzazione degli eletti 5 Stelle, che non regge né tiene conto delle emergenze ed esigenze specifiche del territorio calabrese e di quello emiliano-romagnolo”. “Finora, come parlamentari del Movimento 5 stelle espressi dalla Calabria abbiamo lavorato per elaborare un programma, un progetto solido da proporre agli elettori della nostra regione, dalla quale emigrano giovani e intere famiglie per causa dell’affarismo di Palazzo, degli appetiti e ricatti della vecchia politica, della ‘ndrangheta e di altri potentati ben noti, non soltanto burocratici. Come coordinatore ho profuso ogni sforzo possibile, creando unità, serenità e condivisione tra i colleghi e coinvolgendo i nostri attivisti e la società civile operosa e pulita della Calabria”, rivendica.
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