Beni per oltre 200 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza e dai carabinieri di Reggio Calabria, insieme al Centro Operativo della Direzione investigativa antimafia, e al Servizio centrale investigazione Criminalità organizzata delle fiamme gialle, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri. Un patrimonio ingente riconducibile a imprenditori indiziati di appartenenza o contiguità alle più importanti cosche del capoluogo.
L’ingente patrimonio è stato sequestrato agli imprenditori edili reggini Andrea Frabncesco Giordano, 68 anni, Michele Surace, 62 anni, Giuseppe Surace, 35 anni, Carmelo Ficara, 63 anni, indiziati di appartenenza o contiguità alle cosche reggine dei “Tegano” e “De Stefano”. Erano stati tratti in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su proposta della Dda di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Monopoli” condotta dai carabinieri per associazione per delinquere di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, aggravati dall’agevolazione mafiosa, con il sequestro di beni per 50 milioni di euro. L’attività investigativa, avviata nel febbraio 2017, ha fatto luce su un sistema di complicità criminali, coltivate da imprenditori reggini che, sfruttando l’appoggio delle più temibili cosche cittadine, erano riusciti ad accumulare enormi profitti prontamente riciclati in fiorenti attività commerciali.
Gli imprenditori Giordano Andrea e Surace, sfruttando l’appoggio delle cosche cittadine, era riusciti anche a investire nell’unica Sala Bingo presente nel comune di Reggio Calabria, gestita in regime di monopolio in forza di precisi accordi i Tegano di Archi, nonché in attività edili, grazie alla costituzione di svariate società fittiziamente intestate a prestanome. Il duo imprenditoriale Surace-Giordano verso la fine degli anni ’90 ha realizzato il complesso residenziale “Mary Park” – fabbricato che successivamente ospiterà i locali dell’unica sala bingo cittadina – e numerose villette a schiera, in cui era stata riservata la disponibilità di un appartamento a Giuseppe Tegano, fratello del boss Giovanni. Il rapporto con la cosca, nel tempo, ha garantito agli imprenditori un eccezionale sviluppo economico. All’imprenditore Ficara, invece, viene contestato l’avere concluso un patto con lo storico gruppo reggino dei De Stefano, in cambio del quale avrebbe ottenuto protezione e possibilità di sviluppo imprenditoriale, soprattutto nel territorio di Archi. Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione – ha quindi disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’intero compendio aziendale di 20 imprese commerciali edili (comprensivo di quote sociali, 172 immobili e 9 veicoli), quote societarie relative a 10 imprese, 284 tra fabbricati e terreni, 4 veicoli, nonché disponibilità finanziarie e rapporti bancari e assicurativi, per un valore stimato in oltre 200 milioni di euro.
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