Tensione all’interno della maggioranza giallorossa, al governo come nelle regioni. Dopo il flop umbro e la frenata di Luigi Di Maio, Pd e M5s sono ancora al lavoro sull’ipotesi di creare fronti comuni nei territori in grado di battere il centrodestra a guida leghista. Occhi puntati quindi, in questa prima fase, sul voto emiliano e calabri, i test amministrativi temporalmente più vicini. In ambedue queste regioni, quasi specularmente, sia il Pd sia i Cinque Stelle si trovano in grande affanno. In Emilia Romagna, ormai stabilita la partita del candidato Dem: sarà il governatore uscente Stefano Bonaccini, i Cinque Stelle devono ancora stabilire il da farsi. Lunedì l’incontro tra gli eletti locali e il capo politico Luigi Di Maio, tuttavia al momento le posizioni sembrano essere lontane: esclusa l’ipotesi di appoggiare il candidato Pd, i pentastellati emiliani dovrebbero presentarsi alla riunione con la richiesta di presentare un proprio programma e un proprio nome. Di Maio, invece, appare molto prudente. Nelle ultime ore, ha continuato a a raccomandare calma e gesso, affermando che il movimento si dovrebbe “presentare solo dove è pronto”. E’ evidente che per i Cinque Stelle, non eleggere propri consiglieri regionali potrebbe essere una exit strategy migliore che contarsi e magari non raggiungere la soglia psicologica del 10%. Sull’altro fronte, quello calabro, è invece il Pd a vivere momenti di difficoltà, alla luce del clamoroso passo indietro di Florindo Rubbettino, deciso a non andare avanti per le eccessive divisioni dell’alleanza che lo avrebbe dovuto sostenere. “Il campo del centrosinistra è molto più diviso di quello che mi sarei aspettato. Da quanto si legge già dai primi segni sarei stato coinvolto in una lotta dilaniante”, spiega così le ragioni della sua scelta. Un rifiuto che i democratici cercano di assorbire limitando i danni. “Rubbettino ha scelto di non andare avanti, anche perché ha notato una oggettiva litigiosità del campo politico in cui doveva operare. Ma – spiega Nicola Oddati della segreteria nazionale Pd – non è l’unica possibilità di candidatura civica per allargare il campo del centrosinistra. Ci sono altre possibilità che già nelle prossime ore potrebbero materializzarsi”. Una di loro s’è già palesata, è quella di Maurizio Talarico che, dopo l’indisponibilità di Rubbettino, si dice pronto a candidarsi.