Situazione sempre più confusa in Calabria per quanto riguarda le candidature alla presidenza della Regione. La notizia del “contatto” avvenuto giovedì tra Zingaretti e l’editore Florindo Rubbettino, e della probabile candidatura di quest’ultimo per il Pd, anziché chiarire la situazione l’ha ulteriormente complicata. Dieci componenti non di secondo piano dell’Assemblea nazionale del Pd hanno criticato aspramente le scelte del segretario e del Commissario regionale ribadendo di non capire il senso e l’utilità della tentata emarginazione di Oliverio e annunciando che non andranno, per protesta, alla convention del partito che si terrà a Bologna. Il sindaco di San Giovanni in Fiore, Belcastro, ha dal canto suo attaccato Zingaretti al quale, secondo Belcastro, “non interessa assolutamente nulla della Calabria, avendo attenzione solo per l’Emilia”. Un ulteriore colpo alla candidatura Rubbettino e alle scelte del Pd l’ha dato infine Paolo Parentela, deputato M5S e coordinatore della campagna elettorale del Movimento per le regionali calabresi. “Non abbiamo alcuna intenzione di affiancare il nostro voto a quello del Pd calabrese -ha detto Parentela- sia con Rubbettino che senza Rubbettino”. Fallita sul nascere, dunque, la speranza, che aveva spinto il candidato in pectore a dichiararsi immediatamente “civico”, di catturare l’attenzione e il sostegno dei Cinquestelle. Nel centrodestra, intanto, resta tutto appeso alle decisioni che saranno assunte dai tre leaders della coalizione: Berlusconi, Salvini e la Meloni si incontreranno nel giro di una settimana per decidere finalmente su quale “cavallo” puntare: dovrebbe essere uno dei fartelli Occhiuto o il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo.
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