Ogni famiglia calabrese spende 575 euro l’anno in gioco d’azzardo. Si spende di più in provincia di Reggio Calabria, meno in quella di Crotone. In tutto sono stati spesi oltre 462 milioni di euro. Lo sostiene il Codacons che analizza i dati pubblicati dall’Agenzia Dogane Monopoli. “Abbiamo preso in esame quello che, secondo il Ministero, è lo “speso fisico” – sostiene Francesco Di Lieto, referente regionale dell’associazione – ovvero la spesa effettiva data dalla differenza tra quanto giocato e quanto vinto, calcolato sul gioco “fisico”. La somma che i calabresi hanno visto volatilizzarsi inseguendo il sogno di una vincita che possa cambiar loro la vita, è di 462.558.176,20 euro. E dal calcolo sono escluse le giocate online che, rappresentano il 30 % delle scommesse ed il gioco illegale che, secondo le stime della Direzione nazionale antimafia rappresenta almeno il 20% del business legale. Un fenomeno che in Calabria rappresenta complessivamente un costo complessivo di 750 milioni”. Per avere una visione chiara su questo vorticoso giro d’affari che ruota intorno al mondo delle scommesse, basta evidenziare, sostiene il Codacons, che, mediamente, ogni calabrese, neonati compresi, dilapida 400 euro in questo colossale “buco nero”. In due comuni, Petilia Policastro e Limbadi, le vincite hanno superato le somme scommesse. Tutto “merito” delle “lotterie istantanee” che nel primo caso hanno portato a vincere circa 3 milioni di euro (per l’esattezza 2.991.144 euro) mentre a Limbadi hanno fruttato “appena” 672mila euro. Infine a Carpanzano, ovvero il comune meno popolato della regione, si sono spesi 54.551,33 euro, per una media ad abitante di 230,17 euro.
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