La Sila, con il suo patrimonio immenso fatto di risorse naturalistiche, biodiversità, comunità e cultura che queste esprimono, attività produttive e la grande città di San Giovanni in Fiore sono stati nella serata di ieri al centro di una iniziativa che in un locale pubblico del centro silano ha coinvolto il presidente della Regione Mario Oliverio ed il sindaco dell’importante centro silano, Giuseppe Belcastro, in un confronto sollecitato dai giornalisti Antonio Mancina e Saverio Basile, direttori, rispettivamente, dei periodici locali “Il Quindicinale” e “Il nuovo Corriere della Sila”. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale. “Un interessante spazio di discussione – prosegue la nota – il convegno ‘Quale futuro per la Sila e San Giovanni in Fiore’ arricchito dalla proiezione di un documentario sull’area di Francesco Mazzei, molto partecipato, che ha toccato, approfondendoli, più temi, anche attraverso gli interventi del sindaco Belcastro che ha, tra l’altro, ricordato l’impegno concreto della Regione per il comprensorio”. “Iniziative come questa devono essere promosse con più frequenza perché è giusto che su temi come quelli dell’incontro la popolazione, i cittadini possano essere coinvolti ed essere messi nelle condizioni di avere partecipazione attiva” ha affermato Oliverio che in risposta ad uno degli argomenti emersi attraverso le domande dei responsabili dei due giornali, inerente lo spopolamento, ha rilevato: “E’ un punto cruciale, anche se non locale ma generale, a dimensione europea. In Calabria i comuni interni più in particolare stanno subendo da decenni un fenomeno di spopolamento che segna la vita di interi territori. Un fenomeno che per essere contrastato ha bisogno di politiche e cure forti che non possono che venire dalle politiche nazionali e da quelle europee. Se oggi il sud non trova un’attenzione, una centralità in termini concreti, si rischia uno spostamento di popolazione dal sud verso il centro e il nord dell’Europa. Occorre oggi lavorare per ripensare lo sviluppo. In questa direzione, in questa realtà così importante, significa rendere attrattivo il territorio, puntare sui beni culturali, investire sul sostegno all’artigianato, sulla organizzazione dei servizi, sulla cura del territorio stesso. Questa è la nuova frontiera sulla quale bisogna spingere per dare opportunità, anche di lavoro. Bisogna investire per la valorizzazione dei laghi, per recuperare il patrimonio forestale e boschivo dal punto di vista ambientale, per la qualità urbana ed il centro storico. Significa puntare molto sull’Abbazia e farne un attrattore; mettere in moto, insomma, un circuito che oggi può aprire una prospettiva diversa. Legato a tutto ciò è l’investire sui nostri giovani, sulla loro formazione, per la possibilità di stare nei circuiti dell’innovazione, della ricerca. Attardarci nelle discussioni nostalgiche non porta da nessuna parte. In questi anni di guida alla Regione abbiamo cercato di utilizzare le risorse in questa direzione anche se da solo l’ente non può farcela, se non è sostenuto da un progetto generale, di sostegno robusto, più ampio entro il quale le politiche della Regione stessa devono spingere nella direzione giusta. Cosa che è stata fatta, lavorando per invertire una tendenza”. Oliverio al riguardo ha citato i risultati sulla spesa dei fondi comunitari che, prosegue la nota, “vedono la Calabria nelle posizioni di testa, con ricadute importanti ad esempio nel turismo e nella sua crescita costante e rilevante in quanto a presenze, frutto, ancora degli investimenti per l’accessibilità della Regione, con collegamenti aerei, ad esempio, oggi notevolmente aumentati”. “Occorrono politiche per la più generale ripresa, una sorta di ‘piano Marshall’ che abbia in sé sostegno alle imprese, al lavoro, alle infrastrutture, sgravi fiscali per gli investimenti nel Mezzogiorno, non assistenza, un vero cancro corrosivo”, ha puntualizzato il presidente della Regione, che sulla linea delle azioni dell’ente per lo sviluppo ha ricordato l’avvio concreto delle agevolazioni per le imprese nella ZES, proseguendo: “Il precedente governo stava per fare scattare un’altra nuova marginalizzazione del sud con la cosiddetta autonomia differenziata, che avrebbe abolito e sicuramente indebolito il fondo di perequazione, il fondo di solidarietà previsto dalla Costituzione per cui se c’è un’area più debole deve essere aiutata e compensata. Mi auguro che il nuovo governo assuma il sud concretamente con politiche e misure che gli consentano di ripartire”.
redazione@giornaledicalabria.it