Sono giorni convulsi per il Pd calabrese, alle prese con le dinamiche e le tensioni sprigionate dall’appuntamento con le elezioni regionali, che hanno già provocato una frattura nel partito tra favorevoli e contrari alla ricandidatura del governatore uscente Mario Oliverio, e alle prese, adesso, con i prevedibili scossoni che anche in sede territoriale provocherà lo “strappo” di Matteo Renzi. Al momento, i democrat calabresi finora più vicini, storicamente, alle posizioni renziane sono essenzialmente alla finestra, in attesa di capire come il progetto politico dell’ex leader del Pd ed ex premier si strutturerà e si concretizzerà, a Roma così come in periferia: per il momento, a seguire “pancia a terra” Renzi nella sua nuova scommessa politica è, ufficialmente, soltanto il senatore Ernesto Magorno, renziano “doc” e della prima ora. “Renzi è un politico con la P maiuscola, un leader. In questi anni ho sempre garantito il sostegno totale alle sue proposte, questa vicinanza mi è costata, spesso, tanti attacchi. Ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta e anche oggi, come otto anni fa, senza indugi, scelgo di stare con Matteo”, ha postato Magorno sui social. Magorno, all’epoca sindaco di Diamante (Cosenza), comune del quale oggi è tornato alla guida, è stato tra i primi in Italia a “sposare” la linea del rinnovamento e della rottamazione di Renzi ai tempi della sfida dell’ex sindaco di Firenze a Bersani, diventando segretario regionale del Pd in Calabria sia pure per pochi voti in un teso congresso. Oggi Magorno non è più segretario dei dem calabresi, e nelle ultime settimane ha assunto un atteggiamento estremamente critico rispetto alla linea del partito in Calabria e all’azione della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio, iniziando a lavorare per insediare anche in Calabria il nuovo soggetto politico targato Renzi.
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