Truffe a danno dell’Unione europea: arrestato il sindaco di Nardodipace
NARDODIPACE. I carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari, con l’accusa di truffa aggravata, il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, di 43 anni, appuntato della Guardia di finanza in aspettativa da molti anni. Nardodipace, centro di 1.200 abitanti nelle Serre vibonesi, è noto per essere il “comune più povero d’Italia”, i suoi abitanti cioè hanno il reddito pro capite più basso del Paese. I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e della Stazione di Nardodipace, con il coordinamento del Comando provinciale di Vibo Valentia, hanno eseguito, complessivamente, nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto del sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 12 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica, che ha condotto l’inchiesta sfociata negli arresti sotto le direttive del Procuratore Mario Spagnuolo. La truffa contestata alle persone coinvolte nell’inchiesta ammonta a centomila euro ed è stata commessa ai danni dell’Unione europea, dello Stato e della Regione Calabria. Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero appropriati di fondi pubblici finalizzati all’organizzazione di corsi di formazione per la creazione di posti di lavoro. Ed era stato candidato ed eletto dopo essere stato precedentemente dichiarato incandidabile Romano Loielo, il sindaco di Nardodipace. La dichiarazione di incandidabilità era scattata dopo che l’Amministrazione comunale presieduta da Loielo era stata sciolta nel 2012 per presunte infiltrazioni mafiose. Loielo aveva però presentato ricorso alla Corte d’appello di Catanzaro, che lo aveva accolto, consentendogli così di ricandidarsi e di essere rieletto nella tornata amministrativa del 2013. Nell’operazione che ha portato all’arresto del sindaco sono coinvolti anche un assessore comunale, Maurizio Maiolo, di 40 anni, e la moglie del sindaco Loielo, Claudia Ienco, di 35. Per Maiolo e la moglie del sindaco è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Analoga misura cautelare è stata emessa anche per la moglie dell’assessore Maiolo, Marinella Iacopetta, di 32. I fratelli di Marinella Iacopetta, e quindi cognati dell’assessore Maiolo, Salvatore e Maurizio Iacopetta, di 40 e 37 anni, sono stati arrestati nel novembre scorso dai carabinieri del Ros di Milano con l’accusa di avere costituito in Lombardia un “locale” della ‘ndrangheta. Le persone finite agli arresti domiciliari insieme al sindaco Loielo ed a Romolo Tassone, figlio del boss della ‘ndrangheta Rocco Bruno, sono due imprenditori accusati di truffa aggravata per non avere utilizzato per gli scopi cui erano destinati i finanziamenti pubblici che avevano ricevuto. I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che sarà tenuta alle 11:30 nella Procura della Repubblica di Vibo Valentia dal procuratore Mario Spagnuolo insieme a carabinieri e guardia di finanza. Intanto sono destinatari di un sequestro di 97 mila euro ciascuno le persone coinvolte nell’inchiesta. Le persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono Romano Loielo, Bruno Rocco Tassone, Fabio Rullo e Mario Carrera, quest’ultimo attualmente all’estero. Le 12 persone sottoposte all’obbligo di firma sono Maurizio Maiolo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Clauia Iendo, Lucia Primerano, Marinella Iacopetta, Maurizia Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandrò Randò. Le indagini sono state dirette dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, Stefano Vangone.