“I turisti, giustamente, protestano per la chiusura al pubblico dell’unica grotta turistica della Calabria. Il complesso carsico delle grotte di Sant’Angelo, infatti, sito di grande interesse speleologico e archeologico e, insieme agli scavi e al Museo di Sibari, principale attrattore turistico, in un territorio già ricco di risorse culturali e naturali, è chiuso al pubblico da settembre 2018 e versa in uno stato di completo abbandono e di degrado”. La denuncia è dell’ex sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso. La città è attualmente retta da una terna commissariale, dopo che il Consiglio comunale è stato sciolto per presunte infiltrazioni mafiose. “La mia Amministrazione, consapevole dell’importanza del sito, in una città che basa la propria crescita culturale e il proprio sviluppo economico essenzialmente sul turismo e sul sapiente utilizzo del proprio patrimonio storico e naturalistico aveva investito molto sulla promozione e la valorizzazione delle Grotte, gestite direttamente dal Comune”, scrive.
Papasso ricorda che la sua giunta “ha provveduto anche al miglioramento della fruibilità del sito e grazie a un finanziamento di 800mila euro, ottenuto dalla Regione Calabria, sono stati aperti al pubblico nuovi e affascinanti percorsi all’interno delle grotte. Soprattutto, si è pensato di puntare sulle risorse umane di questo territorio e di offrire al turista un’organizzazione fatta di giovani qualificati e preparati, ai quali, nel contempo, è stata data l’opportunità di far valere le proprie conoscenze ed il proprio sapere”. “Dal 15 settembre 2018 tutto questo è stato vanificato: le grotte chiuse per decisione dei Commissari, i turisti ed i tanti tour operator svaniti, i giovani professionisti allontanati dalle grotte, senza neanche una spiegazione o una parola di ringraziamento per l’impegno profuso. Il Comune lamenta la caduta di alcuni massi dal muraglione di San Marco avvenuta successivamente alla chiusura delle grotte. Orbene, non risulta sia stato fatto nulla, in un anno, per ripristinare lo stato dei luoghi e mettere in sicurezza il sito!”, aggiunge. “Inoltre, se le grotte sono state chiuse per motivi di sicurezza, come mai l’area non è stata delimitata e non vi sono cartelli che indicano lo stato di pericolo, inibendo l’accesso al pubblico? – si interroga – pare non esista neanche più l’impianto che illuminava la strada di accesso ed il piazzale antistante l’ingresso della Grotta, essendo il sito divenuto meta di ladri e vandali! Inoltre, grazie anche all’incuria e alla mancata manutenzione e pulizia del sito, il terribile incendio dei giorni scorsi ha praticamente cancellato tutto quanto serviva a rendere turisticamente attraente l’esterno delle grotte”. “E’ legittimo, alla luce dei fatti, dubitare che tutto sia avvenuto, anche l’allontanamento dei giovani professionisti, – conclude Papasso – nel tentativo di cancellare tutto quanto potesse risalire all’impegno della mia amministrazione, che andava per forza criminalizzata, secondo i canoni di una politica non proprio super partes!”.
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