“Rispetto a quello che già si conosce da tempo, i dati emersi sono allarmanti per quella che è l’esposizione al rischio e al pericolo per la vita di chi si avventurava nelle gole del Raganello, e questo è stato provato sia dal punto di vista scientifico che da quello normativo”. Lo ha detto il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che oggi ha fatto notificare gli avvisi di chiusura indagine a 14 persone, indagate, a vario titolo, per la tragedia avvenuta il 20 agosto dell’anno scorso a Civita, quando 10 persone, una guida e 9 turisti, morirono a seguito di un’onda anomala che si incanalò nelle gole del torrente e che non diede scampo ai presenti. “Riteniamo che ci siano state sottovalutazioni delle condizioni di estrema pericolosità delle gole – ha detto ancora Facciolla – che possono essere fruibili, come lo sono in tutte le parti del mondo scenari di questo tipo, ma con l’adozione di grandi mezzi di allerta e di controllo di quello che è il flusso delle persone che entrano in aree del genere”. “Se succede una tragedia, si deve anche essere pronti – ha concluso Facciolla – e ci devono essere dei piani di emergenza, delle dotazioni di emergenza, a partire da cartelli monitori che avvisano gli utenti a stare attenti a determinati pericoli, cartelli inesistenti in questo caso, fino ad arrivare all’adozione di misure di salvaguardia della vita umana e di contenimento dei rischi”. “Ci sono delle posizioni che saranno oggetto di definizione con archiviazione, perché riteniamo che qualcuno non abbia responsabilità nell’accaduto”, ha detto ancora il Procuratore di Castrovillari. Facciolla dice che, per esempio, non sono state riconosciute responsabilità per il Parco del Pollino, nel cui territorio ricadono le gole del Raganello. Tra gli indagati c’era all’inizio anche il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra, che ora uscirebbe di scena.
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