Sono 40 i professori indagati – delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona – nell’operazione della Digos di Catania denominata “Università Bandita”. Due docenti indagati sono della Umg di Catanzaro. Si tratta dei professori Enzo D’Agata e Stefano De Francisci. L’inchiesta, nell’ambito della quale 9 professori dell’università di Catania con po-sizione apicale, e il rettore Francesco Basile, sono stati sospesi con procedimento di interdizione dai pubblici uffici, ipotizza i reati di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta ed altro, consentendo di accertare l’esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore. Effettuate decine di perquisizioni. La Procura di Catania aveva chiesto gli arresti domiciliari per il rettore e nove professori, ma il gip ha disposto il provvedimento cautelare della sospensione dall’attività professionale. Nel fascicolo aperto su accertamenti della Digos della polizia sono iscritti complessivamente 66 indagati: 40 professori dell’università di Catania e 20 degli atenei di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona. Indagate anche altre sei persone a vario titolo collegate con l’università di Catania. La Digos della Questura di Catania, oltre ai 27 concorsi ritenuti ‘truccati’, sta svolgendo indagini su altre “97 procedure concorsuali sulle quali – ritiene la Procura distrettuale etnea – sussistono fondati elementi di reità circa la loro alterazione”. Tutti i concorsi sarebbero stati organizzati prima, sulla base del vincitore. E’ quanto emerso dalle indagini della Di-gos di Catania sfociate nell’operazione ‘Università bandita’. Il bando sarebbe stato costruito ad hoc attorno al vincitore, le pubblicazioni sarebbero stata stabilite in base a quelle che lui aveva e l’ordine di chiamata sarebbe stato deciso in base alla possibilità di avere una persona invece che un’altra. Si sarebbero inoltre creati finti eventi culturali per poter pagare le trasferte ai commissari.
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