“L’economia calabrese nel 2018 è cresciuta, sebbene in misura inferiore all’anno precedente”. Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel rapporto annuale sull’economia della Calabria. “Il rallentamento – spiega Bankitalia – ha riguardato sia i consumi sia soprattutto gli investimento, e nell’ultima parte dell’anno si è esteso anche al mercato del lavoro. Le aspettative delle imprese per il 2019 restano comunque ottimistiche, anche se l’incertezza continuerebbe a limitare gli investimento. Nel complesso, la ripresa ciclica in atto dal 2015 – si osserva nella relazione – rimane modesta, insufficiente a colmare i divari economici rispetto al resto del paese, che risultano ampi con riguardo alla produttività e al tasso di occupazione”. Per quanto riguarda le imprese, secondo la Banca d’Italia “il valore aggiunto dell’agricoltura è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2017. Questo settore si caratterizza – si legge nel rapporto – ancora per una bassa produttività e per una ridotta spesa per investimenti pur in presenza di un rilevante sostegno pubblico. La produzione dell’industria regionale ha continuato a espandersi, ma in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. Nelle costruzioni – prosegue il rapporto dell’istituto – la congiuntura rimane fiacca, frenata da un mercato immobiliare poco vivace e dai basi livelli di investimento delle amministrazioni pubbliche. Nel servizi, l’attività è cresciuta, soprattutto tra le aziende di maggiori dimensioni. Prosegue in particolare l’espansione del comparto turistico, grazie al perdurante incremento delle presenze straniere”. La Banca d’Italia evidenzia poi che “la redditività aziendale si è mantenuta su livelli elevato nel confronto con gli anni di crisi. L’ampia disponibilità di liquidità da parte delle imprese sane, associata a un’offerta di credito che rimane selettiva rispetto al rischio dei prenditori, ha condizionato la dinamica dei prestiti bancari al settore produttivo, che ha mostrato una flessione sul finire dell’anno. In un’ottica di più lungo periodo – sostiene l’istituto – il mercato creditizio risulta oggi meno dinamico rispetto agli inizi della crisi: in particolare, il numero complessivo dei rapporti di credito si è ridotto, così come la loro dimensione media”.
“L’occupazione cresce. Difficoltà per i laureati”
In Calabria “nel 2018 l’occupazione è cresciuta per il terzo anno consecutivo”, con un calo degli “scoraggiati” ma con la perdurante difficoltà per i laureati di trovare un posto di lavoro. A evidenziarlo è la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nell’annuale rapporto sull’economia della Calabria. Nel capitolo dedicato la mercato del lavoro, Bankitalia parla di “dinamica positiva del mercato del lavoro, confermata anche dall’aumento delle ore lavorate per addetto e dall’ulteriore riduzione del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. L’aumento degli addetti si è concentrato nei mesi primaverili ed estivi, anche per effetto della stagione turistica favorevole: la situazione è invece leggermente peggiorata nell’ultima parte dell’anno”. Secondo l’istituto “il tasso di occupazione è risalito al 42,2% (era il 40,8% nel 2017): è più basso di 3 punti percentuali rispetto al 2007, in conseguenza del forte calo registrato in corrispondenza della crisi. L’incidenza dell’occupazione rimane anche nettamente inferiore rispetto al resto del paese: questo fattore rimane cruciale nella spiegazione della maggiore disuguaglianza in regione nella distribuzione del reddito. L’aumento degli addetti ha riguardato entrambi i generi in misura simile: il divario nei tassi di occupazione a favore degli uomini è rimasto dunque stabile, su livelli superiori alla media italiana. Come nel 2017 – annota la Banca d’Italia – la dinamica occupazionale è stata meno favorevole nella fascia d’età tra i 35 e i 54 anni. Contrariamente a quanto registrato nel resto del paese, l’occupazione è aumentata solo per gli individui in possesso di titoli di studio inferiori o pari al diploma, confermando la bassa capacità di assorbire i laureati da parte del sistema produttivo calabrese”. L’occupazione, si legge ancora nel rapporto della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia , “è cresciuta prevalentemente tra gli autonomi, diversamente dal resto del paese. Secondo i dati Inps relativi al settore privato, i rapporti di lavoro dipendente sono aumentati in misura inferiore al 2017. Questo rallentamento è riconducibile alla minore crescita dei contratti temporanei, interessati dalle modifiche intervenute con il ‘Decreto Dignità’. Ciononostante, le assunzioni a tempo indeterminato sono state ancora lievemente negative. Poco più di un quarto dei nuovi contratti stabili ha beneficiato di sgravi contributivi, un dato stabile rispetto allo scorso anno”. Nel 2018, spiega ancora Bankitalia, “l’offerta di lavoro è aumentata del 2,7%, in connessione con il graduale miglioramento delle prospettive occupazionali. Il tasso di attività delle persone tra i 15 e i 64 anni è risalito al 54%. La maggiore offerta di lavoro si è riflessa anche in un aumento delle persone in cerca di impiego: il tasso di disoccupazione è così rimasto stabile al 21,&. Sulla maggiore partecipazione al mercato del lavoro ha influito il calo del numero di individui ‘scoraggiati’, cioè coloro che avevano smesso di cercare attivamente un impiego pur essendo disponibili a lavorare: tale condizione rimane comunque ancora molto diffusa in regione, soprattutto tra le donne”.
“In Calabria livelli di povertà superiori al resto del Paese”
La Calabria si caratterizza “per una maggiore incidenza della povertà e anche per una disuguaglianza dei redditi da lavoro superiore rispetto alla media delle regioni italiane”. Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nell’annuale rapporto sull’economia della Calabria, relativo al 2018 e presentato questa mattina in una conferenza stampa. Nel capitolo dedicato alle famiglie, l’istituto annota che “nel 2018 la ripresa del reddito disponibile e dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2015 è proseguita, sebbene con minore intensità. Nel 2017, ultimo anno di riferimento per i ‘Conti economici territoriali’, il reddito disponibile delle famiglie calabresi era pari, in termini pro capite, a circa 12,700 euro (18.500 in Italia). La crescita registrata tra il 2014 e il 2017 – sostiene Bankitalia – si è estesa anche al 2018, mostrando tuttavia un’intensità modesta: in base a nostre elaborazioni su dati ‘Prometeia’, riferite al totale delle famiglie residenti in regione, nel 2018 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dello 0,8% a prezzi costanti rispetto all’anno precedente. Alla ripresa dei reddito hanno contribuito positivamente soprattutto i redditi da lavoro. Secondo stime di ‘Prometeia’, nel 2018 è proseguita l’espansione dei consumi. Nel 2017 la spesa a media mensile di una famiglia calabrese di due persone, espressa in termini equivalenti, era pari a circa 1.730 euro, minore di un terzo rispetto alla media nazionale. Il 28% di tale spesa era destinato all’abitazione (manutenzioni, utenze, canoni di affitto), una quota inferiore alla media italiana. La spesa per generi alimentari, pari per le famiglie calabresi al 25%, rappresenta invece una voce più rilevante in confronto al resto del paese”.
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