Il 5 settembre 1981 il Parlamento italiano con la legge 442 abrogò il delitto d’onore che prevedeva delle pene attenuate per il marito che, riscontrato l’adulterio della moglie o anche più in generale una “illegittima relazione carnale” di una figlia o sorella, avesse reagito uccidendo la donna e/o l’amante, con reclusione dai 3 ai 7 anni. “Figlia” del cosiddetto “Codice Rocco”, istituito nel ventennio fascista, questa legge evidenziava una idea della donna attinente al Medio Evo in cui il concetto di dote e la verginità della moglie erano al centro di ogni matrimonio.
“Quel che resta del Delitto d’Onore”. La Fidapa di Catanzaro ha organizzato un interessante convegno su questo tema.
A distanza di circa 40 anni dalla sua abrogazione, cosa spinge la Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, Sezione di Catanzaro, ad attenzionare il delitto in questione?
«L’idea nasce – ha detto ai microfoni di RTC la Presidente Fidapa Catanzaro, avv. Costanza Santimone – dal clamore mediatico suscitato dalla parte motiva di alcune recenti sentenze che, argomentando in materia di femminicidio, avrebbero sollevato profili di criticità tali da far presumere la possibile “riviviscenza” del delitto d’onore. “Agì in preda alla delusione, per i continui tradimenti della moglie”, o ancora “Agì in preda ad una soverchiante tempesta emotiva e passionale».
Vero è che le sentenze sono sempre possibili di critiche che, come spiega la stessa Cassazione, “rappresentano il legittimo “contrappeso” all’elevato grado di autonomia della Magistratura, ma vero è anche che la lettura semplicistica ed approssimativa di un provvedimento giudiziario crea, inevitabilmente, un dibattito non consapevole, senza utilità alcuna, specie per una Federazione come la Fidapa che si batte, da sempre, per la partecipazione informata e cosciente delle Donne alla vita politica, sociale ed economica del Paese”.
Il Convegno è stato accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro con n° 4 crediti formativi.
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