Lesione delle prerogative della Regione e violazione del principio di leale collaborazione tra istituzioni: sono questi i motivi principali sui quali la Regione ha fondato il ricorso davanti la Corte costituzionale contro il decreto legge adottato dal governo nazionale per affrontare l’emergenza sanitaria in Calabria. I motivi sono contenuti in una delibera approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, su proposta del presidente Mario Oliverio e su istruttoria dell’Avvocatura regionale. In particolare, la Giunta regionale sostiene che “gli articoli 1,2,3,4,5,6,8,9,14 e 15” del decreto governativo, “dando come presupposta l’esistenza di un Piano di rientro, violano gli articoli 5, 117, 120 e 121 della Costituzione, in quanto il Piano di rientro della Regione Calabria, prorogato da ultimo con Dca 119/16, è scaduto il 31 dicembre 18” e violano anche alcune norme contenute in leggi nazionali “e il principio di leale collaborazione”. A parere della Regione, inoltre, alcuni articoli del decreto governativo sulla sanità calabrese violano anche l’articolo 81 della Costituzione sul principio dell’equilibrio tra entrate e spese. Secondo la Regione, inoltre, il decreto legge del governo “presenta profili di lesività in pregiudizio della sfera di attribuzioni della Regione Calabria, intervenendo in maniera significativa su materie di preminente interesse della Regione Calabria”.