Il tema della sanità è stato ieri al centro della seduta del Consiglio regionale. A introdurlo è stato un ordine del giorno presentato da vari consiglieri regionali per contestare l’approvazione da parte del governo nazionale, nella seduta del Cdm svoltasi a Reggio Calabria il 19 aprile, di un decreto straordinario che rafforza i poteri dei commissari di nomina governativa sulla sanità calabrese. L’ordine del giorno, in particolare, impegna il presidente della Giunta e il presidente del Consiglio regionale “ad attuare ogni iniziativa finalizzata a non rendere operativo il decreto che non permette di assicurare la continuità dell’erogazione delle prestazioni sanitarie concernenti i livelli essenziali di assistenza”. In apertura di seduta, inoltre, il consigliere regionale del Pd, Domenico Bevacqua aveva chiesto di discutere una sua interrogazione per chiedere al governatore Mario Oliverio “un chiarimento immediato in merito alle affermazioni dell’ex commissario Scura in relazione alle presunte mancate o, peggio, errate comunicazioni della Regione rispetto al disavanzo e, ancor di più, rispetto ai Lea”. Ad aprire la discussione è stato il capogruppo di Forza Italia, Claudio Parente, tra i promotori dell’ordine del giorno sul provvedimento adottato dal Cdm a Reggio Calabria: “Il decreto del governo è incostituzionale, perché viola le prerogative della Regione. Inoltre – ha spiegato Parente – è un provvedimento contraddittorio perché in realtà certifica il fallimento dei commissariamenti disposti dal governo nazionale in questi ultimi anni. Da qui la nostra richiesta al presidente della Giunta di assumere tutte le misure necessarie a bloccare questo provvedimento”. E’ intervenuto anche il capogruppo dei Moderati, Antonio Scalzo, che ha parlato di “passerella del governo e di manovra del governo di controllare le nomine e di creare il più grande della Calabria fuori della nostra regione. Ed è grave non aver sbloccato il turn over”.