“Le circostanze sollevate dal servizio de Le Iene sulla morte di Consolato Campolo, il funzionario reggino che indagava contro gli sprechi della sanità calabrese, ci lasciano sgomenti e meritano i necessari approfondimenti. E’ inquietante il pensiero che qualcuno possa aver voluto e provocato la sua morte nell’intento di interrompere il lavoro di pulizia che Campolo stava svolgendo in un settore scottante come quello della sanità”. Lo afferma in una nota il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà commentando l’inchiesta giornalistica della trasmissione Le Iene, andata in onda ieri, che ha proiettato ombre sulla morte di Consolato Campolo, dirigente amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. “Consolato – prosegue il sindaco – era un uomo straordinario, un integerrimo professionista, un cittadino onesto e un grande servitore dello Stato. Qualche anno fa gli avevo chiesto di dare una mano al Comune e per quasi due anni ha prestato servizio come funzionario aggiunto nel settore bilancio. Il suo lavoro è stato prezioso. L’anno scorso gli era stato assegnato il delicato incarico di ricostruire alcune vicende che riguardano l’Azienda sanitaria di Reggio Calabria, oggi sciolta per mafia, guidando una task force che aveva il compito di ridurre gli sprechi e verificare le spese sospette. È morto di arresto cardiaco lo scorso settembre, così, all’improvviso”. “Di fronte ai dubbi venuti fuori dalle circostanze e dalle testimonianze raccontate dal servizio – conclude Falcomatà – da sindaco, da reggino, da amico di Consolato Campolo, chiedo che sulla sua morte sia fatta piena luce”.