C’è l’interesse di investitori giapponesi per il porto di Gioia Tauro, dopo la sua esclusione dagli accordi per la “Via della seta” sottoscritti dal governo italiano con quello cinese. Il direttore della sede italiana della Banca di Tokyo Mitsubishi UFJ, Kaneyiuki Iseda, ha visitato la sede dell’autorità portuale, per conoscere le strategie di sviluppo dello scalo, inserito in recenti accordi fra Icea-Assoporti e Uir tra le infrastrutture da visitare. Alla riunione ha partecipato il vicepresidente della Giunta regionale, Francesco Russo. Lo scalo di Gioia Tauro, realizzato negli anni Settanta per servire il quinto centro siderurgico nazionale, mai costruito, funziona come porto container dagli anni Novanta ed è in questi giorni sotto i riflettori alla luce della crisi occupazionale che lo ha colpito ed ai movimenti di capitale intorno alla Mct, la società che lo gestisce, di cui la compagnia Msc potrebbe acquisire il controllo rilevando le azioni della Contship. La trattativa è in corso da alcune settimane.